San Marino. Conto Mazzini, oggi l’udienza

San Marino. Conto Mazzini, oggi l’udienza

Conto Mazzini, oggi l’udienza con le conclusioni dell’avvocatura

In primo grado lo Stato aveva chiesto un risarcimento danni da 30 milioni di euro

La fase delle conclusioni del “conto Mazzini dovrebbe partire oggi. E’ in programma, infatti, nell’udienza che si svolgerà al Concordia per rispettare il distanziamento sociale e le norme precauzionali anticovid, la discussione da parte dell’Avvocatura dello Stato della propria posizione conclusionale di appello. L’Avvocatura dello Stato, come noto, è parte civile nel processo in rappresentanza dell’Eccellentissima Camera, che in primo grado ha sostenuto le ricostruzioni dell’accusa e la colpevolezza degli imputati, nei confronti dei quali aveva quantificato una richiesta di risarcimento danni pari a 30 milioni di euro, chiedendo inoltre la liquidazione di una provvisionale da 10 milioni. 

In primo grado il giudice Gilberto Felici aveva condannato gli imputati al risarcimento del danno a favore dello Stato per importi da quantificare in sede civile, concedendo tuttavia una provvisionale da un milione di euro. Oggi dunque toccherà all’Avvocatura dello Stato – rappresentata dai legali Sabrina Bernardi e Simona Ugolini, assieme agli avvocati Alessandro e Antonella Monteleone – procedere alle proprie conclusioni in appello. Almeno questo è ciò che è stato programmato secondo il calendario stilato dal giudice delle appellazioni penali, Francesco Caprioli, anche se pare che le difese degli imputati abbiano in programma la presentazione di ulteriori istanze.

Si vedrà, comunque, quale posizione l’Avvocatura terrà per conto del proprio assistito, l’Eccellentissima Camera appunto, che come noto ha visto nel frattempo cambiare i soggetti al governo del paese e, non è escluso, possa essere mutata anche la strategia richiesta ai legali sul “processo Mazzini”. Se ne è avuta prova, d’altra parte, nell’ultima udienza, quando, valutando la posizione sull’acquisizione di documentazione richiesta dalle difese, su orientamento del proprio assistito l’Avvocatura, dopo aver preso tempo per valutare i contenuti della documentazione richiesta, non si è opposta ad acquisire i documenti, rimettendosi alla valutazione del giudice.

La documentazione in questione era quella relativa ai verbali dei Consigli giudiziari plenari di fine 2017 e inizio 2018, sulla base dei quali le difese hanno già chiesto la nullità dell’intero procedimento. Il giudice si è comunque riservato la decisione all’esito della discussione ma, a quanto si sa, le difese potrebbero insistere sulle loro richieste anche oggi. Che cosa si è aggiunto? Si è aggiunta la relazione della Commissione di inchiesta. Anche in Consiglio, in particolare gli esponenti di Rete, hanno sostenuto che il Mazzini sarebbe “un processo politico”. E l’appiglio politico per interferire nel procedimento è dato proprio dalla relazione della Commissione di inchiesta sul Cis e, soprattutto, dal dibattito che su questa si è sviluppato, nel quale spiccano le dichiarazioni, a tratti non vere e a tratti non provate, del Segretario di Stato Roberto Ciavatta.

Tra l’altro nel dibattito consiliare tali affermazioni sono state colte al volo ed evidenziate dal consigliere Rossano Fabbri, legale di Giuseppe Roberti, ritenuto l’imputato chiave del Conto Mazzini. Un dibattito consiliare al quale ha fatto da corollario una certa influenza ambientale volta a contestare l’imponente indagine svolta. Circostanze, queste, che si erano peraltro manifestate anche durante tutta la fase del procedimento di primo grado. Con una differenza: che in quella fase la politica si guardava bene dall’interferire nei fatti provati dalle carte. Cosa che, invece, non ha fatto adesso, arrivando addirittura a parlare in consiglio del Mazzini come di un “processo politico”. Arriva così puntuale, alla vigilia dell’udienza di appello, la prima per le conclusioni, anche il comunicato del Psd che, assieme a Md, dichiaratamente vuole rileggere la storia e offre palesemente sponda alla messa in discussione del Mazzini.

Se queste considerazioni faranno chiudere gli occhi sulle centinaia di milioni riciclati, secondo l’accusa e secondo la sentenza di primo grado, sul turbinìo dei libretti al portatore con nomi di fantasia, sulle valigette piene di contanti e sui milioni passati attraverso fondazioni e su tutto quanto emerso da anni di indagini, decine di testimoni e dal procedimento di primo grado, si vedrà.

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