San Marino. Coronavirus, ancora due decessi

San Marino. Coronavirus, ancora due decessi

Ancora due decessi. Nessun caso ad oggi di violenze domestiche

Coronavirus, Confezioni di cartone dei servizi di ristorazione: “Sulle superfici si sa che il virus può rimanerci… ma deve arrivarci”

“Sono notizie che mai vorremmo dare, ma oggi abbiamo avuto 2 decessi, due concittadini di anni 88 e 93, venuti a mancare nella giornata di ieri (lunedì, ndr).” Così il direttore dell’Authority, Gabriele Rinaldi all’inizio della conferenza stampa   durante la quale ha voluto esprimere, anche a nome del Congresso di Stato, vicinanza e vivo cordoglio ai familiari e ai parenti.

Poi i dati sull’infezione. n. 205 i casi positivi (+2), di cui 44 ricoverati all’Ospedale di San Marino (14 in Rianimazione con sintomatologia severa, 7 femmine e 7 maschi, 30 nelle degenze di isolamento predisposte con sintomi moderati, 17 maschi e 13 femmine) e 161 in isolamento a domicilio (femmine 75, maschi 86) n. 34 (+2) decessi n. 40 guariti n. 98 dimessi a domicilio per migliorate condizioni cliniche n. 388 quarantene domiciliari sui contatti stretti compresa la rete familiare, amicale e personale sanitario (353 laici, 28 sanitari, 7 Forze dell’Ordine) n. 883 quarantene terminate Totale quarantene attivate: 1271

Al dottor Gabriele Rinaldi, al dottor Francesco Berti, direttore della Salute Mentale, e al dottor William Giardi, direttore del Servizio Minori, abbiamo posto alcune domande. Le prime al direttore dell’Authority.

Come ci è stato detto il virus continua ad avere forza infettiva su cartone e plastica per diverse ore. Poiché è possibile ricevere a domicilio servizi di ristorazione e generi alimentari che hanno confezioni in cartone e plastica, le volevo chiedere di rassicurarci… quali sono i controlli eseguiti da parte dell’Istituto? “Sui cartoni e sulle superfici non c’è un monitoraggio a tampone come si fa sulle superfici per fare il monitoraggio che si fa, per esempio, nelle cucine dei ristoranti o dei bar. Questo non lo facciamo su questo virus. Sulle superfici si sa che il virus ci può rimanere. Tuttavia per rimanerci ci deve arrivare. Immagino che chi va a effettuare la consegna a domicilio, lungo la strada non si fermi a spiaccicare con le mani sul contenitore dopo, magari, aver starnutito o tossito. Poi alcuni che nella condizione di Iper sicurezza dicono: quello che arriva noi lo disinfettiamo, lo puliamo. Prendo il contenitore con i guanti, butto i guanti… Una rubrica pubblicata su di un quotidiano consigliava di lavare tutti i contenitori della spesa, di lavare le verdure, la frutta. Tutte condizioni che mettono in sicurezza vanno usate. Sapere quanto dura sulle superfici possiamo anche farlo, però se uno mantiene le regole che ci siamo dati, e cioè: distanza, mani pulite, laviamoci, se indossiamo i guanti eliminiamoli in maniera corretta, la mascherina…, io sono convinto che si può essere tranquilli. Non vuol dire che io possa escludere che sul cartone del contenitore della consegna a domicilio, ci possa essere qualcosa. Non mi sento comunque di demonizzare questa attività. Soprattutto in questo periodo.”

Poi una domanda sulle mascherine sapendo che sono attese nuove linee guida da parte dell’Oms sull’utilizzo delle mascherine. Ha notizie più precise su quali siano le indicazioni? “La posizione ufficiale ci sarà giovedì. Tutti i giovedì c’è un collegamento web durante il quale vengono date alcune indicazioni. La settimana scorsa si è discusso sulle strategie terapeutiche. Questa settimana il Focus è su tutte le strategie di protezione. Giovedì pomeriggio avremo queste informazioni da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e venerdì mattina sarò qua per dare informazioni. Se mi vedrete con la mascherina – scherza Rinaldi – saprete cosa ha detto. Aspetteremo di capire quali saranno le indicazioni e le evidenze per rispondere in maniera adeguata a questa domanda. Sappiamo che in Italia le regioni si stanno muovendo in maniera differente. Guarderemo quando ci saranno delle linee di indirizzo più corrette e più precise e le applicheremo in maniera rigorosa. Nessuno potrà dire che a San Marino non abbiamo applicato correttamente le linee guida dell’OMS.”

 

Dopo l’intervento del dottor Rinaldi la parola è passata al dottor Francesco Berti, direttore della Salute Mentale, che ha illustrato il servizio di supporto psicologico attivo per assistiti e operatori sanitari. A lui abbiamo chiesto se sono state ricevute, in questo periodo, segnalazioni di violenze domestiche? “Non ci sono state segnalazioni in questo mese di violenza domestica. Tenga conto, però, che nei primi mesi dell’anno erano arrivate cinque segnalazioni dal Tribunale. Per cui potrebbe essere anche un ambito temporale in cui effettivamente non si sono verificate oppure se si sono verificate, essendo il tribunale in attività legata all’emergenza, non abbiamo avuto segnalazioni.”

Infine ad intervenire il dottor William Giardi, direttore del Servizio Minori, per illustrare il consulto telefonico fornito in questo periodo sulle famiglie dei minori con disabilità. Il dottor Giardi ha voluto approfondire la domanda posta al suo collega in merito alle violenze domestiche. “In questo periodo di coronavirus non abbiamo avuto segnalazioni particolari, quelle che riguardano maltrattamenti fisici, psicologici, di violenza assistita. Abbiamo avuto nel 2019 14 casi e nel 2018 19 casi. Una media di 1 caso e mezzo al mese, quindi statisticamente non significativa un’analisi sul mese singolo. Queste segnalazioni è possibile che possano essere state fatte, ma non siano giunte alla tutela minore, che afferisce al mio servizio, però al momento non ci sono state. Tuttavia in ogni momento, anche se il servizio ha ridotto le sue attività, siamo pronti a far fronte ad eventuali segnalazioni delle forze dell’ordine, del tribunale e di ogni istituzione con le quali siamo costantemente in contatto. La regressione non riguarda solo i bambini ma avviene in ogni coppia e avviene ancora di più in questi momenti. In Cina, ad esempio, c’è stato un aumento drammatico dei divorzi e in Argentina hanno proposto di permettere la uscita da casa in quelle situazioni dove esistono dei dimostrati casi di maltrattamento. Queste situazioni determinano una conflittualità e i professionisti sono sempre a disposizione sia per la salute mentale sia per un servizio minori. La famiglia è un sistema e se si altera solo uno degli elementi, che sia un genitore o che sia il minore, tutto il sistema ne risente. Invito a opporsi a questa regressione mantenendo la routine che si aveva nel periodo pre coronavirus può essere utile. Non mangiare in piedi, non andare con il pigiamone che sia ha da quattro giorni. Cercare di dedicarsi quelle piccole attenzioni. All’interno di una coppia, di una famiglia, ci può essere una ridistribuzione dei compiti perché se tutti e due stanno in casa, ovviamente si può ridistribuire. Ritagliarsi un piccolo spazio, sia fisico che temporale, per potersi dedicare ad una lettura, a degli esercizi possono avere un significato. Cercare di divertirsi insieme. Cercare infine, attraverso i social, di tenere dei contatti con gli amici di sempre, magari programmando anche la prossima vacanza e in sostanza fare finta che fra due mesi dobbiamo andare tutti al mare. Piccole attenzioni che ci permettono di proiettarci al positivo fuori da questa area problematica.”

E sull’utilizzo del cellulare? Si può essere più permissivi oppure è necessario, anche in questo momento, essere più restrittivi? “In questo periodo qua, forse, si può essere un po’ più elastici, ovviamente senza eccedere. Le linee guida dicono un’ora di apparati elettronici. Tenete presente che per i nostri figli, in questo momento, è l’unica modalità che hanno per coltivare i loro contatti sociali.”

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