San Marino. Coronavirus, Zero decessi, zero contagi e zero guarigioni

San Marino. Coronavirus, Zero decessi, zero contagi e zero guarigioni

“Riapertura necessaria non solo per l’economia ma per ragioni sociali”

“Lo screening che stiamo facendo, la nostra capacità di reazione e il controllo rigoroso nei luoghi di lavoro sono le chiavi per la ripartenza”

Per la prima volta non si registrano, nei dati, variazioni di sorta. Zero decessi, zero contagi e zero guarigioni, nei numeri riferiti al 26 aprile. I dati sono stati resi noti nella conferenza stampa di ieri dalla dottoressa Stefania Stefanelli responsabile della comunicazione dell’Istituto per la sicurezza sociale.

Il gruppo di coordinamento per le emergenze ha quindi reso noto che i casi COVID-19 (positivi a test molecolare) registrati complessivamente dall’inizio della infezione ad oggi sono 538 (conteggio dal 27 febbraio). I casi attualmente positivi in osservazione sanitaria sono 433; i deceduti 41; i guariti 64. 

L’andamento riferito all’infezione nella giornata di ieri (26 aprile) evidenzia, si diceva, 0 nuovi positivi, deceduti 0, guariti 0. Tra le persone positive, 14 sono ricoverate all’Ospedale di San Marino, di cui:

• 4 in Rianimazione (2 femmine e 2 maschi);

• 10 nelle degenze di isolamento (5 femmine e 5 maschi) 419 sono invece le persone positive al test molecolare (tampone) in isolamento al proprio domicilio (217 femmine e 202 maschi). Quarantene:

• 706 le quarantene domiciliari sui contatti stretti (632 laici, 60 sanitari, 14 Forze dell’Ordine)

• 1.075 le quarantene terminate Totale quarantene attivate: 1.781 Il totale dei tamponi effettuati è di 2.082; 8 sono i tamponi refertati nella giornata di ieri per 1340 persone sottoposte allo screening.

Poi sulla riapertura il dottor Massimo Arlotti ha risposto alle domande dei giornalisti.

“E’ probabile – ha detto – che si possa verificare qualche altro cluster o focolaio, ma la nostra capacità di risposta, di individuarlo e di prevenirlo, da un lato limita le difficoltà dell’ospedale, dall’altro previene la necessità di chiudere gli ambienti di lavoro anche dopo la fase della riapertura. Il controllo rigoroso dei luoghi di lavoro e gli screening sul territorio sono le chiavi, non solo per la riapertura, ma anche per il mantenimento delle condizioni di sicurezza successive alla riapertura”. Essendo vicini ad una apertura, anche se parziale, di attività economiche, le nostre domande si sono concentrate su questo aspetto. Apriamo perché ci auguriamo di aver imparato una serie di norme e di comportamenti. Apriamo perché, altrimenti, a breve ci potrebbero essere problemi di tensioni sociali…

Stiamo dicendo “dovremo convivere col virus”, ma dovremmo dire, forse, “stiamo per sfidare il virus”… lei di che parere è? “La riapertura è necessaria. Non è possibile andare avanti oltre. A parte le necessità economiche, ci sono anche necessità di carattere sociale, di equilibrio psichico, della crescita dei bambini. La convivenza con il virus è una convivenza. Ora, io non so se stiamo sfidando ma stiamo provando a istituire delle modalità con cui possiamo continuare ad avere una vita di società e la vita lavorativa, senza che questo si porti dietro una nuova ondata epidemica. La sfida è questa… e io che sono un ottimista strutturale, sono convinto che non solo è una sfida fattibile, ma anche vincerla è possibile”.

Tra le domande anche la richiesta di una valutazione sugli effetti del virus sui pazienti a distanza di un mese. I pazienti ricoverati ad aprile, cioè, sono meno gravi rispetto a quelli di febbraio-marzo, grazie alla presunta attenuazione dell’aggressività virale? “Per quanto riguarda i ricoveri, sono sempre meno. Non sono meno gravi, sono meno. Questo vuole dire che l’ondata di forme impegnative di contagio è una ondata ormai in esaurimento. Non so se questo sia una riduzione dell’intensità della malattia. Quello che noi vediamo oggi è una realtà che la gravità ci ha impedito di vedere prima, perché dovevamo occuparci dell’emergenza. Quello che vediamo oggi ritengo sia il frutto dei contagi che si sono verificati tra fine febbraio e marzo, considerato che le norme sul distanziamento sociale e sul lockdown hanno avuto la loro efficacia. Il problema è di quando si riparte e possono trovarsi in circolo persone potenzialmente contagianti. E poter affrontare in maniera efficace questa eventualità è la scommessa che ci troviamo di fronte”.

Presente alla conferenza stampa di ieri anche il Segretario di stato alla Sanità, Roberto Ciavatta, che ha esordito ringraziando per la donazione di due thermoscanner (vedi a lato) uno dei quali è stato già installato all’ingresso dell’ospedale ed è già operativo. “Strumenti che ci mettono all’avanguardia nella lotta al coronavirus”, ha detto. Sottoposto nelle domande anche il problema dell’indennità di malattia. Le decisioni prese nei Decreti che hanno prima decurtato in maniera determinante l’indennità di malattia per poi ripristinarla, ma senza effetto retroattivo, rischiano infatti di diventare una vera e propria beffa soprattutto verso quei malati, costretti all’isolamento e a combattere con il Covid-19, che si vedono pure sottrarre una grossa parte dello stipendio. Sul punto il Segretario Ciavatta ha sottolineato come quello dell’indennità di malattie sia un problema increscioso ed ha evidenziato come in consiglio si sarebbe proposta un una modifica di quell’articolo. “In sede di ratifica intendiamo tornare alle condizioni precedenti per le malattie ordinarie, considerato che effettivamente Discrasia per quello che è il prima e il dopo. In queste giornate durante la discussione del decreto verrà preso in discussione e riporta anche per la fase precedente la indennità malattia ordinaria. L’intenzione è di ritirare questa distinzione confido che nelle prossime ore, in consiglio, questo correttivo verrà apportato”, ha concluso Ciavatta.

Prestazioni sanitarie non urgenti, riattivazione di alcuni servizi in Emilia Romagna Intanto da oggi in tutta l’EmiliaRomagna, da Piacenza a Rimini, è consentita l’erogazione di alcune prestazioni programmabili e non urgenti da parte delle strutture del sistema sanitario pubblico e privato, che erano state sospese a causa dell’epidemia. Si riparte dunque progressivamente con l’attività ordinaria, nel massimo rispetto della sicurezza di pazienti e operatori. Lo ha stabilito la Giunta regionale nella seduta di ieri pomeriggio, approvando anche le Linee guida a cui le Aziende sanitarie dovranno fare riferimento per la riprogrammazione delle agende e delle prenotazioni (sospese e nuove), a partire dai ricoveri programmati e dall’attività ambulatoriale e territoriale, comprese visite ed esami. Per l’attuazione delle indicazioni previste, entro la serata verrà adottata una nuova ordinanza regionale che supera la precedente dedicata allo stop dell’attività ordinaria programmabile, e quindi rinviabile, nella sanità privata, così come avveniva in quella pubblica.

“Anche se sappiamo bene che l’emergenza non è finita- affermano il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- è giusto guardare oltre e organizzare la fase 2 anche in sanità, proprio a tutela di tutti i pazienti”. Si avvia la graduale ripresa di tutte le attività rimandate: ambulatoriali, territoriali e di ricovero. Avendo come obiettivo sempre il massimo rispetto della sicurezza di operatori, pazienti e cittadini”.

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