San Marino. Corruzione negli appalti, primo processo in aula, Antonio Fabbri

San Marino. Corruzione negli appalti, primo processo in aula, Antonio Fabbri

Corruzione negli appalti, primo processo in aula

Nuovi guai per l’ex direttore del Multieventi. Per l’accusa a fronte di dazioni illecite favoriva una ditta per la manutenzione della piscina

Antonio Fabbri

Nuovi guai per l’ex direttore del Multieventi sport domus, Claudio Morganti, che lo scorso 4 marzo aveva visto la conferma in appello, seppure con una riduzione di tre mesi rispetto al primo grado, di una condanna a 2 anni e 3 mesi per malversazione, in funzione di un ammanco di cassa. Questa volta dovrà comparire di nuovo davanti al giudice Roberto Battaglino, la prima udienza è fissata per domani, per rispondere dell’accusa di corruzione.

Il caso che viene contestato riguarda l’assegnazione di gare di appalto per servizi di manutenzione della piscina delle struttura di Serravalle. I fatti contestati risalgono agli anni tra il 2011 e 2012, ma l’arco temporale delle assegnazioni illecite degli appalti sarebbe più ampio. Infatti a Morganti viene contestato di avere alterato le gare di appalto con licitazione privata allo scopo di fare risultare vincitrice, per dieci anni, una società romagnola, riconducibile a Venanzio Magnani, 69enne del cesenate, che assieme a Morganti deve rispondere, appunto, delle contestazioni di corruzione mosse.

Secondo l’accusa l’ex direttore dello Sport Domus avrebbe percepito complessivamente oltre 14mila euro appunto per favorire la società romagnola nelle gare di appalto di manutenzione della piscina.

A fronte di quelle che l’accusa ritiene dazioni illecite, che venivano giustificate con la causale del pagamento di consulenze, veniva sistematicamente aggiudicato – negli anni tra il 2003 e il 2012 – l’appalto per la manutenzione ordinaria, e in certi casi anche straordinaria, della piscina e relativi impianti.

Secondo l’accusa sarebbe stata alterata da Morgnati la corretta e imparziale procedura della gara di appalto, anticipando al concorrente che veniva favorito informazioni utili perché la sua offerta figurasse la più competitiva rispetto alle altre, con la conseguente aggiudicazione della licitazione.

Questa azione, sempre secondo l’accusa, vedeva la dazione a vantaggio di Morganti e l’aggiudicazione a vantaggio del corruttore, con un danno per la pubblica amministrazione. Figura infatti come parte lesa l’Eccellentissima Camera, rappresentata dall’Avvocatura dello Stato. Legale di Morganti è Rossano Fabbri, mentre il coimputato Magnani è difeso dagli avvocati Filippo Cocco e Gian Nicola Berti.

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