San Marino. Crac de “la Voce di romagna”. Anche la Carisp di San Marino tra i creditori

San Marino. Crac de “la Voce di romagna”. Anche la Carisp di San Marino tra i creditori

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Crac de “la Voce di romagna”

Anche la Carisp di San Marino tra i creditori della controllante per la quale è aperto il fallimento

Antonio Fabbri

Il 21 febbraio in tribunale a Rimini, davanti al giudice delegato Rossella Talia, è in programma l’udienza di stato passivo della società cooperativa a responsabilità limitata, che si occupava di edilizia, La Mia Terra, di cui è stato dichiarato il fallimento. La mia terra, ex amministratore unico Gianni Celli, era proprietaria della testata de “La Voce di Romagna”. Nei giorni scorsi il curatore fallimentare, Andrea Buldrini, ha presentato il progetto di stato passivo dei creditori. Tra i maggiori creditori della cooperativa “La mia terra”, c’è in primo luogo la Editrice la Voce srl, insinuata nel progetto di stato passivo per oltre 7,2 milioni. Al secondo posto tra i creditori, la Cassa di Risparmio di Rimini, con oltre tre milioni da riscuotere. Al terzo posto, con una cifra, seppure inferiore, comunque ingente, figura la Cassa di Risparmio di San Marino che dalla cooperativa “La mia terra” deve avere oltre 662mila euro. Un credito che sarebbe stato anche privilegiato, considerato che risultava garantito da ipoteca su un immobile.

Il curatore fallimentare, però, ne propone il declassamento a chirografario, allo stesso piano degli altri crediti non garantiti e, quindi, con il rischio che il recupero del credito si attesti su una percentuale più bassa rispetto al credito garantito.Ma perché il curatore fallimentare propone il declassamento? Perché l’immobile è sparito. O, almeno documentalmente, non si trova.

Difficile capire come possa succedere che un immobile non si trovi, eppure questo risulta dalla proposta del progetto di stato passivo dei creditori. Quindi il credito di Carisp, secondo la proposta del curatore, dovrebbe essere declassato in quanto “non è stato rinvenuto l’immobile sui cui è stata iscritta ipoteca (ente urbano ad oggi soppresso)”. 

Per capire cosa possa essere successo occorre conoscere i termini catastali. Per “ente urbano” si intende un immobile iscritto al catasto fabbricati e non al catasto terreni, dove magari era precedentemente registrato. Il fatto che l’“ente urbano”, sia stato “soppresso”, può significare diverse ipotesi: avere cambiato classificazione, ad esempio perché il terreno su cui si trovava è stato accorpato a un terreno confinante e aver preso le classificazioni di quest’ultimo, oppure potrebbe effettivamente non esistere più perché demolito. 

Sta di fatto che il curatore fallimentare propone di modificare il credito di Carisp da privilegiato, in quanto era garantito da ipoteca, in chirografario perché l’immobile non si trova.
Ma non c’è solo questa di procedure fallimentari legate in un modo o nell’altro al crac de “La Voce di Romagna” e alle vicissitudini giudiziarie del suo patron, Gianni Celli. 

Infatti anche a San Marino è in programma per il 9 marzo la procedura concorsuale nei confronti di Acta Europa srl. Questa società è una di quelle su cui la magistratura italiana ha richiesto a maggio dello scorso anno una rogatoria a San Marino. Infatti gli inquirenti la ritengono riconducibile a Gianni Celli e ritengono che su questa, e su altre società, siano stati distratti i fondi pubblici che dovevano essere invece destinati all’editoria e alle spese del quotidiano.

 

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