San Marino, Cs. Il presidente Amati non poteva non sapere

San Marino, Cs. Il presidente Amati non poteva non sapere

Il Resto del Carlino titola: Lucio Amati chiuso in una cella singola dei Casetti si dice pronto a difendersi / «In carcere mi trattano bene e con rispetto» 

«L’ho trovato molto sereno e tranquillo, perchè animato dalla consapevolezza che se qualcosa è stato fatto, non l’ha fatto lui».

Alessandro Petrillo, l’avvocato di Lucio Amati, ha incontrato l’imprenditore ieri mattina, ai Casetti, dove si trova rinchiuso in una cella singola. Non è apparso particolarmente abbattuto, e, ha detto «qui mi trattato bene, con molto rispetto ed educazione». Amati, presidente del  Credito Sammarinese, è come gli altri accusato di riciclaggio.

Per gli inquirenti non ci sono dubbi sul fatto che sapesse quello che stava accadendo nella sua banca. Anche perchè, sostengono gli investigatori, il 17 gennaio scorso c’era anche lui quando il Comitato esecutivo ratificò e approvò l’apertura del conto corrente di Vincenzo
Barbieri
.

Impossibile che non sapesse di quei 15 milioni di euro che stavano per arrivare da chi e da dove, guarda caso lo stesso prezzo che pretendeva per la vendita della sua banca. A causa della grave crisi in cui versava, aveva avviato una trattativa con una banca brasiliana, ma l’operazione era risultata poi difficilmente realizzabile, anche per il prezzo preteso da Amati. Prezzo che invece Barbieri  poteva pagare pronta cassa, bastava che disseppellisse dalla terra i quattrini che aveva guadagnato con il narcotraffico.

Amati però sostiene di non averne mai saputo nulla e che ha fatto tutto Vendemini.

E questo racconterà anche al giudice nell’interrogatorio di garanzia, previsto nei prossimi giorni. 

 

 

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