“Senza pudore”: queste le parole della Centrale Sindacale Unitaria a commento della polemica scatenata dalle associazioni di artigiani e commercianti dopo la ratifica sul decreto sulla certificazione dei ricavi degli operatori economici in via telematica, avvenuta nella seduta consiliare di giovedì.
“E’ davvero paradossale – sottolinea la CSU – che a distanza di un anno dall’approvazione delle riforma tributaria, e dopo non una ma ben tre proroghe all’entrata in vigore di strumenti come la Smac – strumenti, va detto, che non aumentano la pressione fiscale sui lavoratori autonomi ma puntano all’emersione dei redditi imponibili- si debba assistere all’ennesimo colpo di coda corporativo di chi nulla vuole cambiare e quindi si rifugia in un finto vittimismo che dipinge il sindacato come ‘nemico’ degli imprenditori. Il Decreto non fa altro che tradurre nel concreto i dettami della legge di riforma tributaria, che assegna alla Smac la funzione di tracciabilità di tutte le transazioni economiche, per determinare in maniera trasparente i ricavi degli operatori commerciali e per documentare le deduzioni a cui hanno diritto i lavoratori e i pensionati; su questi ultimi, peraltro, gli effetti della riforma si sono già fatti sentire fin dal gennaio 2014”. (…)
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