San Marino. Debito estero: salvezza o rovina! Orietta Ceccoli

San Marino. Debito estero: salvezza o rovina! Orietta Ceccoli

Debito estero: salvezza o rovina!
Dal confronto tra le forze politiche durante la trasmissione televisiva “Palazzo Pubblico” ho tratto la conclusione che c’è piena condivisione sul debito estero e sull’ammontare di 500 milioni, fatta salva qualche flebile obiezione. Dal nome del finanziere Francesco Confuorti, passiamo ai nuovi cognomi e precisamente, JP Morgan e Rothschild. A questi ultimi viene dato grande rilievo, perché si dice che nel fare i loro interessi, si pongono anche gli obiettivi del benessere della comunità sammarinese. Nel dibattito viene inoltre affermato: “saranno pagati al collocamento dei bond sul mercato, il pagamento sarà a successo.” Vi confesso che mi è difficile capire questa logica, ma spero che nel tempo potrò avere le risposte e mi auguro di essere smentita, per il nostro bene comune.
Riflettendo ho cercato di capire su quali pilastri poggerà la sostenibilità di questo ingente debito, al fine di poterne trarre alcune previsioni. I parametri si possono poggiare su 5 direzioni: 1. Riqualificazione della spesa del settore pubblico allargato e delle partecipate. 2. Crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL). 3. Patrimonio pubblico e privato. 4. Prestiti interbancari. 5. Demografia.
Riqualificazione della spesa del settore pubblico allargato e delle partecipate.
Per passare dall’attuale situazione di deficit, allo stato di pareggio o avanzo primario (saldo tra le entrate e le spese pubbliche), dovranno essere coinvolti, non solo gli organi dell’amministrazione centrale, ma anche gli enti pubblici e le partecipate. Da non dimenticare che con il prestito estero al deficit e al debito attuale si aggiungeranno gli interessi e il rimborso del capitale, che verrà posto a carico dei nostri figli. Questa strategia di contenimento del deficit riguarda la politica di bilancio: sarebbe saggio eliminare gli sprechi negli acquisti, nelle spese per il personale, nelle voci dei trasferimenti, nei costi dei servizi per passare alla fase di riqualificazione della spesa pubblica. Attenzione si dovrebbe dare al funzionamento dei servizi, alla loro qualità e alla redditività degli enti. Nello stesso tempo puntare all’aumento delle entrate pubbliche, eliminando l’evasione fiscale e quella contributiva.
Le dichiarazioni, ascoltate nella trasmissione su questi temi, sono state: “Non siamo responsabili del debito….dopo l’emergenza e l’assestamento di bilancio, tutto avverrà!” Sono dichiarazioni sufficienti? C’è inoltre da considerare che probabilmente saranno gli stessi finanziatori del prestito ad imporre le condizioni e dopo l’esperienza della Grecia, sappiamo che subirle è molto doloroso. Abbiamo già fatto l’esperienza negativa con l’interruzione della finanziarizzazione dell’economia sammarinese. Non ci è bastato?
Crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL).
Nell’attesa di ricevere soldi del debito estero, sul problema a chi darli per far crescere il PIL, quali sono gli investimenti pubblici e privati da finanziare, quale è il progetto paese, c’è il massimo dell’incertezza. Al conduttore e agli ascoltatori della trasmissione” Palazzo Pubblico”, vengono date queste risposte: “Per il progetto paese, si veda il programma di governo; bisogna tradurre gli interventi in sequenza, sappiamo che cosa va fatto;…confrontiamoci su 3 o 4 cantieri significativi,” oppure viene accennato appena, che gli stessi finanziatori indicheranno le soluzioni, o ricordato che ci sono già progetti irrealizzati nei cassetti.
Le previsioni sulla diminuzione del PIL a livello mondiale e locale per il 2020 e il 2021 sono preoccupanti. La strategia sammarinese si caratterizza per il silenzio, caoticità e dipendenza. A questo punto mi sono domandata: ma la Democrazia Cristiana, il partito al quale la popolazione ha dato la maggiore fiducia, che ha le deleghe in settori chiave, che ha la configurazione partitica più strutturata, che cosa ne pensa di tutto ciò. La sua posizione sarebbe importante.
Patrimonio pubblico e privato.
Interessante sarebbe conoscere i dati sulla ricchezza o reddito nazionale pubblico e privato di San Marino, che ritengo siano noti alla Banca Centrale, all’Ufficio Tributario e alle Finanze. Per patrimonio si intende il territorio, gli immobili, i macchinari, le infrastrutture, i brevetti, gli attivi finanziari, nelle tipologie dei conti correnti, delle azioni ed obbligazioni, le quote di società, i contratti di assicurazione, i fondi pensione ed altro. La domanda è: “quali garanzie potrebbero gravare su questo capitale pubblico e privato in presenza di un rilevante debito estero”? La questione è seria, sia in termini di garanzia sui prestiti (vedi l’istituto del bail-in richiesto dal Fondo Monetario), sia sul piano fiscale, che in riferimento al valore della sovranità statuale di San Marino. Di questi problemi non se ne parla. Solo di recente ho letto un fugace interessamento sull’entità del patrimonio pubblico, detenuto dallo Stato sammarinese.
Prestiti interbancari.
La Politica della BCE, iniziata da Draghi e proseguita dalla Lagarde, sui tassi negativi potrebbe essere attenzionata per utilizzare il sistema dei prestiti interbancari tra banche sammarinesi e solidi istituti di credito italiani o istituzioni bancarie, in modo da verificare il costo di tali prestiti rispetto al costo del debito pubblico estero. L’impiego delle banche commerciali per il trasferimento di tale liquidità all’interno dell’economia reale di San Marino, se l’ipotesi va a soluzione, potrebbe essere un volano di sviluppo e di sostegno alla produzione e all’occupazione.
Demografia
Pensare allo sviluppo significa anche porre l’attenzione alla demografia sammarinese, capire la sua conformazione: popolazione attiva, giovani e anziani, emigrati e immigrati e forensi. L’invecchiamento della popolazione la denatalità, l’invecchiamento delle forze lavoro, l’emigrazione dei nostri laureati e diplomati, l’immigrazione con una età media superiore ai 40 anni, l’entità dei forensi e la stessa preparazione dei nostri giovani rispetto alle nuove competenze, sono problemi da non dimenticare, specie se si entra nell’era del debito, perché altrimenti diventeranno delle autentiche mine contro la crescita economica.
Responsabilità
Questa compagine governativa non ha creato il debito pregresso, che l’emergenza sanitaria ha reso ancora più grave, ma ha ora la responsabilità di fare le scelte giuste, le meno costose, le più sostenibili e possibilmente conosciute a priori e non a posteriori dalla comunità, che potrà essere la beneficiaria o pagare il caro prezzo delle decisioni assunte.

Orietta Ceccoli

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy