San Marino. Dimissioni di Tamagnini sostituito da Mariella Mularoni

San Marino. Dimissioni di Tamagnini sostituito da Mariella Mularoni

Affari di Giustizia, dimissioni di Tamagnini sostituito da Mariella Mularoni

Antonio Fabbri

Filippo Tamagnini rassegna le sue dimissioni dalla Commissione Affari di Giustizia. Ufficialmente, scrive in una lettera stringata, per motivi personali, ma da subito il capogruppo Dc, Francesco Mussoni, non nasconde come si tratti di dimissioni personali, appunto, ma che assumono significato politico. Lo si capisce dal fatto che nessuno dalla maggioranza – a parte Iro Belluzzi (Npr)- lo inviti esplicitamente a ritirare le dimissioni; nessuno afferma che si vogliano respingere, ma, mascherate dietro al rispetto per una scelta del singolo, ci sono le strategie politiche per mettere da parte una posizione critica espressa anche in Consiglio, persino in maniera accorata, rispetto a scelte assunte dalla maggioranza di prevaricazione in ambito di giustizia. D’altra parte a esplicitarlo è il consigliere di Libera, Luca Boschi: “Non è un segreto che la composizione del Consiglio Giudiziario Plenario sia da parte della maggioranza oggetto di attenta analisi e conteggi, per questo tarda ad essere convocato. Per questo mi sembra lecito fare riferimento a posizioni politiche del consigliere Tamagnini in ambito di giustizia, che potrebbero essere diverse anche all’interno dello stesso gruppo consiliare di appartenenza. 

Poi c’è stato chi ha rilevato la delicatezza della Commissione e la tensione di questo consesso, quasi non sia il posto adatto per chi ha determinate sensibilità. Quindi la perla di saggezza del Presidente della Commissione Affari di Giustizia, Matteo Zeppa, di Rete: “Certe commissioni sono delicate, questo è ovvio, e bisogna avere davvero l’equilibrio di poter essere equilibrati”. Come dargli torto?

D’altra parte in Commissione Tamagnini viene sostituito, con 41 voti, da Mariella Mularoni che, da Reggente assieme a Luca Boschi, ha avuto qualche mese fa “l’equilibrio equilibrato” di evitare di procedere con la presa d’atto dei giudici di appello, scelta che tanti intoppi alla giustizia ha generato.

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