Il 21 Giugno 2012 all’interno dell’aula consiliare veniva approvata -con voto segreto- l’Istanza d’Arengo n°32 presentata l’8 Aprile in cui si richiedeva che fosse concesso il diritto alla convivenza esteso a tutti senza discriminazione alcuna, andando a modificare in tal senso l’articolo 15 della Legge 118/2010 laddove prevista in more uxorio. Seppur la legge preveda – sottolinea il movimento Rete in nota odierna – che “i provvedimenti dovranno essere illustrati alla Commissione Consiliare Permanente competente, entro 6 mesi dall’accoglimento”, a distanza di 4 anni nulla è stato fatto.
Ed è qui è il punto dolente: la legittimazione di un DIRITTO. DIRITTO legittimato con una scelta del Consiglio Grande e Generale. Rete non ha fatto altro che portare emendamenti che potessero sancire definitivamente ciò, ossia togliere quel termine discriminatorio dalla 118/2010. (…) Cosa combina invece la Maggioranza in sede di Commissione? Propone un emendamento in cui potranno richiederlo anche in favore dello straniero, per coabitazione a fini solidaristici e di mutuo aiuto. Si dirà “che bello”; ed invece no! Propongono l’ennesima minestra bigotta puritana in cui i DIRITTI sanciti come scritto sopra, vengono nuovamente calpestati, biecamente, costringendo a fingere ancora nel non provare sentimento alcuno, in barba anche ai passi in avanti che l’intera Europa sta facendo. Quell’Europa a cui ambisce entrare anche San Marino. In sostanza, va tutto bene tranne togliere il termine more uxorio; risibili le motivazioni apportate a tal proposito dai Commissari della maggioranza; si parte -senza soluzione di continuità e di logica- dal fatto che quella legge non sarebbe colei che regola un DIRITTO, arrivando alla delegittimazione politica che non sarebbe quello il contesto giusto per parlarne. (…)
Leggi il comunicato R.E.T.E.