San Marino. Don Mangiarotti: “Siamo il frutto delle scelte fatte nel tempo”

San Marino. Don Mangiarotti: “Siamo il frutto delle scelte fatte nel tempo”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Don Gabriele Mangiarotti

Di fronte a quanto accade ci si interroga spesso, senza potere dare una risposta convincente rispetto ai problemi sollevati.

Così ci si può chiedere: «Ma che Paese siamo diventati?» e non accorgerci che la risposta è più semplice di quanto prevediamo: «Siamo il frutto delle scelte fatte nel tempo».

Ricordo quanto accaduto nel 2016: “Presto nella sede della scuola superiore di San Marino ci sarà un distributore automatico di profilattici. La richiesta ai Capitani Reggenti era arrivata dai cittadini il primo giorno di aprile e ieri l’Istanza d’Arengo è stata discussa e accolta in Consiglio grande e generale. Istanza numero 18, per la precisione, «per l’installazione – recita – su tutto il territorio, e in particolare nelle sedi delle scuole secondarie superiori, di distributori automatici di profilattici». Accolta con 23 voti a favore, 15 contrari e un astenuto.
A presentarla in Aula è stato il segretario di Stato all’Istruzione, Giuseppe Morganti. «La scuola secondaria superiore – ha detto non nascondendo le sue perplessità – ha una sola sede ed è vicina alla farmacia. Non credo ci sia un’esigenza specifica, diversamente da territori più ampi. Se c’è invece esigenza di una locazione più riservata per l’acquisto, allora questa può essere un’esigenza reale. Ma sinceramente non prenderei una posizione su questo frangente»”. (Il Resto del Carlino)
E, l’anno dopo, finalmente la notizia della realizzazione del voto del CGG: “Dando seguito alla specifica Istanza d’Arengo, è stato installato un distributore automatico di profilattici in via Donna Felicissima, tra la Farmacia e l’ingresso delle Scuole Secondarie Superiori. È stato scelto un giorno non casuale per il simbolico taglio del nastro, il 1° dicembre, ossia per la Giornata Mondiale contro l’AIDS. In questo giorno, alle Scuole Superiori sono stati svolti, da parte di medici ed esperti dell’ISS, una serie di incontri riguardanti l’educazione all’affettività e alla sessualità, nei quali è stato spiegato come il preservativo risulta, al momento, lo strumento più efficace nel proteggere dalle infezioni sessualmente trasmissibili.” (Radiotelevisione di San Marino)

Forse, se ci interrogassimo sul significato di questa scelta politica, attuata con ampio margine di consensi, potremmo capire «che Paese siamo diventati». Un paese che ha accettato che, in cambio di una lezione sulla affettività e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, si potessero offrire ai ragazzi dai 14 ai 18 anni quegli strumenti che rendono la sessualità non un atto responsabile d’amore, ma un gioco che addirittura la scuola dovrebbe potere consigliare, o almeno tollerare.
L’amore e il sesso non sono un gioco da ragazzi, da permettere con le dovute precauzioni. L’amore e il sesso sono una forma altissima di realizzazione dell’uomo e della donna, a cui educare seriamente e non con finti moralismi o con permissivismo irresponsabile.
Oltretutto eviteremmo di pensare che il tanto sbandierato diritto all’aborto che – Ça va sans dire – non può essere considerato «uno strumento di limitazione e di controllo delle nascite», sia la giustificazione di qualunque atto sessuale che per sbadataggine ci carichi del peso di una gravidanza indesiderata. Educhiamoci pure alla sessualità e alla affettività, ma non pensiamo che questo esima dal ritenere impegnativo e affascinante ogni atto che è legato per sua natura alla trasmissione della vita e alla comunione di un uomo e una donna che si amano.

Già Giovanni Paolo II, parlando dell’amore umano, chiedeva di sapere distinguere tra uti e frui, cioè tra utilizzare e godere. Di tali maestri abbiamo bisogno, e impareremo quella libertà che tanto affascina i nostri pensieri e i nostri cuori. “Da ciò nasce l’urgente missione di educare a discernere tra “uti” e “frui”, cioè tra un rapporto con le cose e le persone fondato unicamente sulla funzionalità – uti -, e la relazione credibile e affidabile – frui -, radicata coraggiosamente sulla bellezza della gratuità, memori di quanto scrive Agostino nel suo “De catechizandis rudibus”: “Nulla est enim maior ad amorem invitatio quam praevenire amando” – Non c’è invito più grande all’amore che precedere amando” ci ricorda il Pontificio Consiglio della Cultura.

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