San Marino. “Due Segretari di Stato costretti a ritirare provvedimenti dannosi”. Rete chiede “le dimissioni”

San Marino. “Due Segretari di Stato costretti a ritirare provvedimenti dannosi”. Rete chiede “le dimissioni”

“Due Segretari di Stato costretti a ritirare provvedimenti dannosi per il Paese: responsabilità vorrebbe che si dimettessero”

Il movimento Rete va all’attacco del Congresso di Stato e della DC a margine dello slittamento del voto riguardante il Decreto sulle attività economiche, portato in Aula dal Segretario di Stato per l’Industria Fabio Righi.

Scrive Rete: “Lo sfascio istituzionale e politico è ormai incontenibile, e deriva inevitabilmente dalla superficialità e faciloneria con cui Governo e Consiglieri di maggioranza affrontano le cose da fare. Nessuno che legga i testi delle norme, nessuno che si confronti con i tecnici, nessuno che prepari il terreno della condivisione. I testi normativi arrivano in Consiglio senza che neanche i gruppi di maggioranza abbiano visto qualcosa, confidando nella disciplina di partito. Così facendo si persegue il male del Paese perché non solo non si risolvono i problemi, ma li si fanno crescere. Da quando RETE è uscita dalla maggioranza, la parola più gettonata è stata responsabilità. Ma quello che è successo in questi giorni durante i lavori del Consiglio, dimostra che non c’è alcun senso di responsabilità né verso l’Aula, né tantomeno verso il Paese”.

Prosegue il movimento: “Siamo stati due giorni in ostaggio del Segretario per l’Industria Righi e del decreto sulle attività economiche, che il Segretario ha preteso di trattare per primo, nonostante fosse consapevole del lungo elenco di decreti in scadenza. Affermando – falsamente – di aver raggiunto un accordo in tal senso con i gruppi politici e che il testo fosse condiviso con le associazioni di categoria, Righi ha attuato una vera e propria forzatura sugli altri Segretari di Stato e sui lavori del Consiglio. Inoltre, le recenti prese di posizione proprio di alcune associazioni di categoria hanno sbugiardato ogni sua dichiarazione su confronti e “nuovo metodo”. Un decreto, quello sulle attività economiche, in cui non si parla di sviluppo ma di un vero e proprio ritorno al Far West di anni ormai passati. Righi sempre ostinato a tirare dritto, finché è successo qualcosa che ha sfondato l’ex muro di granito, ora di paglia, della maggioranza.
Da alcune associazioni di categoria è arrivato il grido d’allarme su quanto stava avvenendo e così la DC, col terrore di perdere consenso, e solo per questo, ha bloccato tutto. Si rimanda il decreto al prossimo Consiglio.
Ma questo, oltre all’arroganza e alla totale inconsapevolezza di quanto si stava discutendo, dimostra che Righi non si era confrontato con nessuno”.

“Una situazione simile si è verificata con il decreto 173 – aggiunge Rete -. Il Segretario per il Turismo Pedini porta in Aula un provvedimento che consente di far pagare tassi vicini all’usura a chi ha un mutuo prima casa. In soldoni, un tasso vicino al 9%.
RETE ha chiesto il ritiro di questa vergogna: non è accettabile che anche un decreto ordinario (viene emanato ogni anno) come quello che fissa il tetto massimo del tasso di interesse che può essere applicato sui mutui prima casa, venga usato come escamotage per far fare utili alle banche sulle spalle dei cittadini che hanno un mutuo da pagare. Dopo l’intervento farneticante del Segretario Pedini, in difesa del provvedimento, la sua maggioranza ha deciso di farlo decadere decidendo di non andare a votazione per evitare un’ulteriore figuraccia dopo quella del collega Righi. Come l’allenatore del pugile che getta la spugna per evitare il KO. Una disfatta epocale!
In un Paese normale entrambi i Segretari avrebbero dovuto dimettersi perché non avevano una maggioranza a sostenerli. Ma niente, attaccati alla poltrona fino alla fine”.

Conclude Rete: “Per quanto tempo ancora la DC consentirà ai 2 Segretari di Stato di tenere ostaggio un paese per i loro capricci? A chi risponderanno questi due Segretari per gli errori che hanno fatto e che, come Righi, intendono continuare a fare? Fino a quando abuseranno della pazienza dei cittadini?
In ogni caso, sulla loro strada troveranno sempre RETE, che continuerà a battersi perché è convinta che il Paese si meriti molto di più!”

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