Cristina Bartelli di ItaliaOggi aveva anticipato che la Repubblica di San Marino potrebbe essere inserita in una
‘super black list’ specifica della Manovra Correttiva.
In effetti oltre alla black list prevista
all’art. 37 di detta Manovra Correttiva (sostanzialmente identica per formazione a quella prevista dal decreto ‘incentivi’ , introdotta per filtrare la partecipazione agli appalti pubblici italiani) ce n’è un’altra, prevista dall’art. 36 che sarà formata ad libitum dal ministro della Economia e che chiameremo, con la Bartelli, ‘super black list’.
Infatti si legge in detto art.36 (Disposizioni antifrode): ‘ Sulla base delle decisioni assunte dal GAFI, dai gruppi regionali costituiti sul modello del GAFI e dall’OCSE, nonché delle informazioni risultanti dai rapporti di valutazione dei sistemi nazionali di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e delle difficoltà riscontrate nello scambio di informazioni e nella cooperazione bilaterale, il Ministro dell’economia e delle finanze, con proprio decreto, sentito il Comitato di sicurezza finanziaria, individua una lista di Paesi in ragione del rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo ovvero della mancanza di un adeguato scambio di informazioni anche in materia fiscale.‘
Dopo di che l’articolo prosegue stabilendo l’obbligo per determinati soggetti italiani di astenersi dall’instaurare, con i Paesi della super black list, ‘ rapporto continuativo, eseguire operazioni o prestazioni professionali ovvero pongono fine al rapporto continuativo o alla prestazione professionale già in essere di cui siano direttamente o indirettamente parte società fiduciarie, trust, società anonime o controllate attraverso azioni al portatore aventi sede nei Paesi individuati… ‘, eccetera.
Conclusione. Si può ritenere che se San Marino non accetta lo scambio automatico delle informazioni come da ultimatum di Tremonti, finisce di filato anche nella super black list che lo stesso Tremonti ha facoltà di stilare in piena liberalità.