San Marino e quella stampa maledetta. Pier Roberto De Biagi

San Marino e quella stampa maledetta. Pier Roberto De Biagi

Per rendere più autorevole o, almeno, un tantino più credibile il proprio ruolo politico, sembra che oggi non ci si possa sottrarre dal battibeccare con la stampa e, curiosamente, con gi stessi preconcetti e con identico linguaggio mutuato dal populismo più grossolano a cui si lascia andare, un giorno sì e l’altro pure, un signore che, invece di governare il paese che ci sta attorno, cerca di trasformarlo in un proprio sultanato. C’è chi si spinge fino prefigurare l’impero, ma con cautela, visto come è andata a finire circa settant’anni fa. Da noi, almeno nella forma, siamo ancora in una Repubblica, anche se velleità principesche non sono mancate in passato e neppure oggi paiono del tutto scongiurate. E’ forse per questa presunzione riemergente che, se il principe, o la principessa, vengono minimamente sfiorati o, ancor peggio, sbugiardati, si indispettiscono e svillaneggiano i malcapitati di turno solo per aver appena sussurrato che il re – pardon, il principe – è ancora una volta nudo. E quando la stampa non è la foglia di fico dietro cui nascondere queste nudità, e purtroppo ce n’è ancora tanta che si presta a questa invereconda incombenza, essa diventa nemica e prezzolata. E, supremo marchio di infamia, di sinistra! Perché è lì – se ancora non lo avessimo capito – che sta il marcio e l’intollerabile e non nei fogli corrivi, genuflessi e miasmatici che tanto garbano al potere. Succede nelle democrazie malate che ce la si cominci a prendere con chi non sta nel coro e rivendica la propria autonomia. Anche di sbagliare! E’ perciò da questa constatazione che dovremmo far partire una riflessione ad ampio spettro, che coinvolga i lettori e i cittadini in generale, per interrogarci sul reale stato di salute della nostra democrazia e sul grado di affidabilità di chi dovrebbe preservarla nelle istituzioni. Potremmo anche scoprire – e sarebbe auspicabile che così fosse – che la mancanza di serenità e il pregiudizio non siano diffusi più di tanto, ma rappresentino solo il frutto di un velleitarismo circoscritto e poco avvezzo alle regole della dialettica, che, piaccia o no, ha nella stampa una delle sue espressioni di punta. E mi pare che qualcuno con queste caratteristiche si aggiri, da un anno e poco più, nelle stanze della politica sammarinese. Consentite quindi a un vecchio scriba di pensarla in questo modo. Ottimisticamente e, per ciò stesso, contro la sua natura! Soprattutto per conservare la fiducia e la speranza che, ai tanti mali da cui è affetto, questo Paese non debba aggiungere quelli dell’intolleranza, del discredito degli strumenti di libertà e di democrazia e dell’omologazione imposta al pensiero di volta in volta dominante.

Di Pier Roberto De Biagi leggi anche San Marino e la ‘beffa di Tremonti’.

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