San Marino. Elena Guidi risponde a Priscilla

San Marino. Elena Guidi risponde a Priscilla

Cara Priscilla,
leggo sempre con piacere i tuoi interventi, perché vanno a colmare (oddio, non esageriamo) uno spazio che, nonostante le vignette del bravo Ranfo, rimane troppo vuoto a San Marino, quello della satira politica. Bello anche il tuo modo di scrivere, irriverente e provocatorio come la caricatura extra-lusso che interpreti, incurante di quanto poco simpatica possa risultare. Che poi a far satira sia una donna (lo sei, almeno?), per quanto mi riguarda è un ulteriore motivo di apprezzamento.
Tuttavia, oggi non posso fare a meno di rimarcare l’infelice cattivo gusto di cui è impregnato il tuo ultimo scritto. Opinione personale, certamente, ma quando dalla leggerezza del tono canzonatorio si pretende di passare ad una lettura più seria della realtà, allora ci si dovrebbe domandare se si ha la cognizione di causa per farlo, altrimenti si rischia di apparire molto superficiali e di mancare di rispetto.
I ritornelli del “c’è poco di innovativo” e de “la campagna elettorale lontana dalla gente” hanno sinceramente stufato. Di più, suonano come facili tormentoni dei disimpegnati, di quelli che emettono sentenze senza aver sacrificato un minuto del proprio tempo ad informarsi veramente. Mi pare che spesso dire che non c’è un’alternativa credibile sia solo una comoda scusa, sia per i partiti storici, che non vogliono sentirsi messi troppo in discussione, sia per chi in fondo non ha il coraggio di cambiare il suo voto dopo tanti anni, rinunciando ai suoi schemi pregiudiziali, sia infine per chi, come te Priscilla, forse non ha voglia di andare in fondo alle cose ma si ferma lì dove è più comodo e divertente, a guardarsi l’ennesima puntata di Sex and the City sul sedile posteriore della sua Porsche.  
Perché i programmi e le proposte ci sono, basta fare lo sforzo di andarseli a leggere; le occasioni di ascoltare e vedere le differenze tra i personaggi che si propongono ci sono, però la sera bisognerebbe uscire di casa per andarsi a sorbire “un noioso comizio” in una sala del castello anziché guardarsi la partita in TV o andare al cinema. Ma forse Priscilla e le sue aristocratiche amiche (insieme a tutti quei sammarinesi che sentono che la politica resta così lontana da loro) vorrebbero che qualcuno andasse ad “aiutarle a farsi un’opinione” illustrando loro i programmi nel salotto di casa. Ed è vero che “c’è poca partecipazione e che l’esito dello spettacolo pare già scritto”… ma questo va imputato alla politica o forse, più onestamente, a chi avrebbe il potere di cambiarlo, quell’esito, e non lo fa?
Altrimenti detto, finché si scherza si scherza. Ma credo che lo sforzo di chi negli ultimi mesi sta lavorando giorno e notte, togliendo tempo a svaghi e famiglia, nel tentativo di dare il suo contributo, per quanto imperfetto (come del resto lo è quello di Priscilla, no?), al proprio Paese, meriti perlomeno un po’ di riguardo.
Dunque attenzione, sorellina Priscilla, perché se è difficile “capire la differenza tra un partito o una lista civica”, la differenza invece tra chi mette la faccia e il nome sui propri tentativi di proposta e chi da dietro uno pseudonimo non riesce a concludere un articolo senza nominare Louis Vuitton, quella la si capisce benissimo.
Elena Guidi

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