San Marino. Emergenza coronavirus, Beccari e Ciavatta provano a giustificare le scelte del governo

San Marino. Emergenza coronavirus, Beccari e Ciavatta provano a giustificare le scelte del governo

Ieri pomeriggio, in Consiglio, è avvenuto il riferimento del Congresso di Stato in merito non solo alle ulteriori misure per emergenza Covid ma anche alla mobilità transfrontaliera.

Lo riporta San Marino News Agency nel proprio dossier sui lavori consiliari di ieri al Centro congressi Kursaal.

Luca Beccari, segretario di Stato per gli Affari Esteri, ha affermato: “Ci troviamo a parlare di questo comma in seguito a nuove misure sulla pandemia adottate anche dalla Repubblica italiana e con risvolti sulla nostra mobilità. Ma adottate anche in un contesto in cui a livello europeo si è avuta un’accelerazione improvvisa. Intorno all’8-9 dicembre l’Emilia Romagna e le Marche passavano dallo stato di misure arancioni a gialle, lasciando prospettare una fase di mitigazione di misure, ma solo pochi giorni dopo sono cominciati i lavori per l’adozione di un provvedimento, da parte del governo italiano, in linea con la stragrande maggioranza degli Stati europei, con misure particolarmente restrittive in periodo natalizio. Dieci giorni fa ci trovavamo quindi in un approccio diverso, ora l’approccio è cambiato e a fronte di quella che è stata per noi una diversa impostazione da parte dell’Italia, ovvero garantire sì presidi e controlli, ma nello stesso tempo cercare di garantire il più possibile un’operatività controllata, se questo era possibile un mese fa, e rendeva possibile la coesistenza di misure diverse tra i due Paesi, questa differenza non può più rimanere inosservata. San Marino è stato inserito nella così detta ‘lista C’, dove ci sono Paesi al rientro dai quali sono applicate misure speciali, isolamento fiduciario e esecuzione di tamponi. È quacosa che ci ha sorpreso e che non è stata aiutata dalla notevole pressione mediatica che si è sviluppata sulla differenza delle restrizioni prese da San Marino e dall’Italia a partire dalla seconda ondata. Abbiamo dovuto gestire la disinformazione sulla bontà delle nostre misure. Nel corso del fine settimana, mentre guardavamo le misure del nuovo decreto legge, nel frattempo dall’Italia è stata applicata questa ordinanza. Proprio nel fine settimana come Congresso ci stavamo confrontando con le categorie economiche circa l’opportunità di adottare misure più stringenti delle attuali. Siamo consapevoli che in questa fase di grande attenzione San Marino non è uno Stato diverso dagli altri, il Covid c’è e nel vedere un Europa che va in questa direzione non può essere indifferente a certi segnali, così come nell’evoluzione della nuova variante Covid individuata in alcuni Paesi. Questo contesto di consapevolezza della necessità di applicare misure più restrittive oggi si scontra con la situazione in cui di fatto San Marino è presente in una lista di Paesi e questo condiziona la mobilità tra i nostri due Stati. Posto che questa misura non impatta sul lavoro frontaliero, per motivi di salute e spostamenti, e per la comprovata necessità, riteniamo sia una misura che non debba essere applicata a San Marino e non conforme ad un approccio generale di collaborazione e sinergia con il governo italiano e anche con le autorità limitrofe, assunto da inizio pandemia. Quindi ci troviamo una variabile in più rispetto il fine settimana, l’opportunità o meno di adottare delle misure che ci permettano l’uscita da questo elenco. Qualcuno nelle discussioni generali sostiene che rimanere in lista C e adottare misure che limitino la mobilità cambia poco nella mobilità tra San Marino e Italia, è pacifico. Ma rimanere legati a questo tipo di contesto, con l’ipotesi di isolamento fiduciario ed esecuzione di tamponi, impatta molto di più sulla nostra mobilità e sulle relazioni con i territorio limitrofi rispetto misure sinergiche di contenimento della pandemia. 1) Da una parte dobbiamo considerare che il mantenimento della situazione attuale e con le regole vigenti, a fronte di un trend che non dimostra miglioramenti e con un mondo che invece rafforza le misure di prevenzione, non penso sia un atteggiamento responsabile sotto il profilo sanitario. Le dinamiche di questo virus e la reazione, i casi e le tipologie sono mutevoli di settimana in settimana e non si possono fare programmi a lungo termine nella gestione Covid, come fatto da inizio pandemia. 2) Il secondo tema è quello di decidere che tipo di misure adottare e se nell’adottare queste misure si deve cercare un maggior allineamento con le misure italiane e ridurre le differenze per facilitare, non solo in periodo natalizio, ma anche nel proseguo, un allineamento delle misure. Oppure se continuare a giocare sulle nostre specificità, nella consapevolezza che questo è un approccio che non può funzionare nei momenti di maggiore rischio. Questa è la riflessione che dovrà fare l’Aula in questo dibattito, cioè confrontarsi sulla necessità interna di adottare misure più stringenti ma anche guardando allo sviluppo di una strategia comune con l’Italia, elemento determinante di collaborazione da inizio pandemia”.

Roberto Ciavatta, segretario di Stato per la Sanità, ha dichiarato: “In questa seconda ondata abbiamo tenuto posizioni indubbiamente dissimili dalla vicina Italia. Ci siamo confrontati più volte con le controparti italiane per motivare il sostegno alla nostra economia da fonti interne. Nella prima ondata il modo repentino in cui siamo stati colpiti dai contagi non ha permesso altro che il lockdown, pur mantenendo l’apertura dell’industria al 50%. La possibilità di aver avuto un periodo estivo in cui i casi si erano azzerati, ha dato poi la possibilità di avviare strategie diverse su scuola e nelle attività economiche, chiedendo sempre il rispetto di misure dettagliate di distanziamento. La differenza portata da questa ondata rispetto la prima nei numeri: nella prima si sono avuti 715 contagi, nella seconda, a ieri, i contagiati sono stati 1.471, più del doppio. Troviamo anche più asintomatici, c’è un contagio più esteso qui a San Marino come altrove. La differenza sostanziale sta nelle percentuali in cui ha inciso rispetto a fasce di età. Nella prima ondata solo 51 persone  sono state contagiate sotto i 19 anni, ad oggi siamo 286 nella seconda ondata, passando dal 7% della prima ondata al 19%. Fasce di età più colpite sono quelle dai 40 ai 59 anni: 304 contagiati nella prima ondata, il 41%, in questa seconda sono il 37% su un numero più ampio di positivi, 547. Se oggi abbiamo un’età media del contagio più bassa è perché, rimanendo fermi i contagi nella fascia centrale, ma aumentando quelli sotto i 19 anni e diminuendo i numeri di positivi tra anziani che sono più protetti rispetto alla prima ondata. Dal primo dicembre ad oggi, l’andamento dei positivi attivi, al netto dei guariti, si è attestata attorno a 300 persone. Abbiamo una situazione di stallo che non risponde alle aspettative. Come prime restrizioni a dicembre si tentava di andare a limitare il numero dei contagi fra fasce basse di età. E tra il 5 dicembre ad oggi la fascia da 0-19 anni cala del 2% per contagi. È un segnale che le restrizioni hanno influito. Ma non sono sufficienti. I dati continuano a rimanere statici. Il 4 dicembre il comitato esecutivo ha inviato una nota per chiedere ulteriori interventi: su trasporti e problemi con il contract tracing, si richiedeva un coprifuoco e timori per la serata di Capodanno per timore che con la chiusura dei locali alle 24 si creassero le condizioni per cui persone avrebbero festeggiato poi fuori dai locali. Di qui l’ipotesi di allungare l’apertura dei locali per tenere sotto controllo ‘il saluto al nuovo anno’. Abbiamo poi stabilito il 17 dicembre che per entrare a San Marino, chi non arriva dall’Italia, deve fare il tampone, misura esteso a tutti i Paesi, eccetto l’Italia. Da questo momento in poi è sorta la necessità di trovare misure più allineate, come è stata indicata dal collega. Alla luce di tutto questo, dobbiamo essere felici dei numeri dei contagi a San Marino? Certamente no, le aspettative erano che a partire dalla prima settimana di dicembre i numeri iniziassero a retrocedere e questo non è avvenuto. Se prendiamo al balzo questo periodo festivo dove la mobilità sarebbe stata comunque impossibile per le zone rosse limitrofe, si può avere una ulteriore stretta per ridurre i contagi, credo questa è l’opportunità da cogliere. Saluto con favore questa opzione, consapevoli tutti che rimane a San Marino la necessità di garantire dei ristori oppure dare la possibilità alle nostre attività di autosostentarsi. La scommessa che portiamo avanti da qualche mese è di trovare un equilibrio tra bisogni primari della salute e d’altra parte il sostentamento per le attività che a San Marino, a differenza di altre realtà, non possono accedere a fondi internazionali dedicati”.

Leggi il testo integrale del report sui lavori consiliari di ieri pomeriggio

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