Il Governo della La Repubblica di San Marino dovrà prendere atto che l’Italia è un Paese in enorme difficolta’, come si evince, ad esempio, dallo spropositato esborso effettuato dalla Banca Centrale Europea per salvarla l’anno scorso dal crac. Inoltre la disoccupazione crescerà ancora. Infine dopo la caduta della qualità delle università (si arriva ad insegnarvi senza aver mai prodotto nulla in inglese), si apprende anche di quella delle scuole ordinarie. Ad esempio, in matematica, insegnamento basilare per stare al passo coi tempi, gli studenti italiani sono dietro a tutti gli orientali e alla massima parte degli occidentali.
La condizione dell’Italia è così drammatica che il governo che uscirà dalle elezioni in corso potrebbe essere costretto a prendere decisioni drastiche, estreme, da disperazione. Forse -questo è il punto- anche nei confronti di San Marino, considerato fonte di distorsione per la sua economia.
Già la Repubblica di San Marino si è cacciata in un vicolo cieco firmando il 26 novembre 2009 l’Accordo
di Collaborazione Finanziaria. Un autentico cappio al collo per San Marino, che Roma può azionare quando vuole.
Non resta ancora una volta che sperare che i politici sammarinesi si rendano conto che non è più il momento di continuare con le ‘furbetterie‘. Solo con una trasparenza totale varata e messa in opera subito ‘motu proprio‘, si può liberare il paese dalla malavita italiana e dare la possibilità agli organismi internazionali ed, eventualmente, a singoli stati d’oltralpe o extra europei, di schierarsi, all’occorrenza, a difesa di San Marino.
Prima torre, 24 febbraio 2013, alba