San Marino. Esecutivo. ennesima spallata dalle opposizioni?

San Marino. Esecutivo. ennesima spallata dalle opposizioni?

L’informazione di San Marino

Si sta cucinando l’ennesima spallata all’esecutivo?

Antonio Fabbri 

Opposizioni in fermento per preparare l’ennesimo tentativo di spallata.

Mentre l’ex presidente di Asset Stefano Ercolani annuncia la discesa in campo e la nascita del suo movimento chiamandolo più o meno come un centro commerciale, Rete ha creduto a Morganti, che ha avvertito la Dc affermando in Consiglio che le prossime elezioni le vincerà il movimento. Un vaticino che devono aver colto come imminente, dato che, seppure nella prassi di rotazione delle cariche, cambiano Capogruppo consiliare anche per – parole del capogruppo uscente – “favorire la relazione con gli altri gruppi consiliari anche di maggioranza, che su alcuni aspetti vacilla e dove diversi consiglieri cominciano a capire la situazione gravosa che è stata creata”.

Questo nonostante, fino ad oggi, le votazioni della maggioranza in aula siano state sempre compatte, ma nel fare di necessità virtù, si sa, la politica è maestra. Intanto finora l’unica spaccatura ufficiale e di rilievo si è registrata nel Psd, con l’uscita di Dalibor Riccardi che ha subito dichiarato come anche diversi membri della direzione di quel partito siano al suo fianco. Per le opposizioni, però, complici provvedimenti impopolari e quelli che ritengono errori madornali, il malcontento verso il governo è diffuso nel Paese, nonostante dal canto loro le minoranze vedano su facebook calare i like e nonostante alle serate o alle manifestazioni la partecipazione langua. 

Ma anche la nascita di “Azzurra” neomovimento guidato da Stefano Ercolani, che si è dichiarato ancor più determinato dopo la sentenza di primo grado a suo carico del tribunale di Forlì, sarebbe un sintomo che la capitolazione della maggioranza è alle porte. Da vedere se Ercolani si schiererà nella cosiddetta area movimentista che, pur prendendone

a parole le distanze, fino ad ora, nella sostanza, ne ha blandito la causa. Stessa cosa ha fatto la Dc che, sorniona, fa il proprio gioco e, seppur conscia che di strade alternative ce ne siano poche, contesta comunque patrimoniale, Agenzia per lo sviluppo, tagli alle spese e  tempi della sanatoria. Il Partito socialista aspetta, e altro non potrebbe fare, mentre il Psd, all’indomani del dissolversi del suo gruppo consiliare, dirama una nota in cui parla d’altro. Nemmeno un riferimento, in quella nota, all’uscita di Riccardi. Poi, nel tardo pomeriggio, un secondo comunicato aggrava il caos nel Psd, dando conto di 20 dimissionari del Direttivo. In questo contesto il sindacato ci mette del suo, più per non perdere la propria rappresentatività che per schierarsi politicamente, anche se al suo interno, è noto, chi è politicamente schierato c’è da sempre. D’altra parte è dall’inizio della legislatura che si vocifera, si insinua, si dà per certo che debba succedere qualcosa. Prima doveva succedere a febbraio 2017. Poi a luglio di quell’anno. Poi a novembre, quindi a febbraio di quest’anno. Sarà dunque l’estate 2018 ad essere calda?

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