San Marino. Festino Via Gino Giacomini, nei guai diversi consiglieri di maggioranza. Antonio Fabbri

San Marino. Festino Via Gino Giacomini, nei guai diversi consiglieri di maggioranza. Antonio Fabbri

Festino in via Giacomini, nei guai diversi consiglieri di maggioranza

Indignazione dei cittadini costretti a sacrifici per disposizioni emanate da quegli stessi politici che le hanno violate, interviene la Gendarmeria. Elevate diverse sanzioni per violazione dei decreti sulla sicurezza

Antonio Fabbri

Episodio che ha dello scandaloso ed assume sempre più i contorni della gravità, facendo comprensibilmente salire l’indignazione dei cittadini.

Un festino abusivo nel retrobottega di una attività pubblica, al quale hanno partecipato consiglieri ed esponenti politici, tutti di maggioranza. Si sono infatti registrati nel pomeriggio di ieri festeggiamenti in Via Gino Giacomini, resi evidenti anche dal fatto che sul marciapiede della Via era impossibile non notare delle persone in stato di evidente ubriachezza.

In un garage della zona adibito a deposito di un esercizio commerciale è stato organizzato un festino e sono state riconosciute anche diverse persone che avevano partecipato alla cerimonia reggenziale. Tra i presenti a questo “supplemento” di festeggiamenti, dopo un lungo pranzo al Ritrovo dei Lavoratori, anche diversi consiglieri di maggioranza.

Molti cittadini hanno notato i bagordi, anche perché non erano certo silenziosi. Forti la rabbia e il disappunto, considerata la situazione attuale che impone forti limitazioni. Se si pensa inoltre ai Decreti emanati dal Governo, alle restrizioni e agli appelli autoritari a rimanere a casa e a non fare assembramenti, quanto è accaduto assume una connotazione di gravità tale che diversi cittadini hanno già chiesto dimissioni in blocco.

L’accaduto è confermato da un intervento delle forze dell’ordine. La Gendarmeria, in seguito alla segnalazione di diversi cittadini alla Centrale, è infatti intervenuta sul posto con una pattuglia che ha constatato la situazione di irregolarità e ha redatto più di un verbale. Come da prassi prima di irrogare le contravvenzioni, alcune delle quali a quanto si sa hanno raggiunto anche i 1000 euro, è stata valutata nel pomeriggio di ieri la situazione sulla base delle circostanze verbalizzate, per poi procedere alle precise contestazioni nei confronti di ciascuno dei soggetti interessati. Le violazioni riscontrate vanno dal divieto di assembramenti e mancato utilizzo della mascherina, al mancato rispetto delle distanze, ma non è neppure escluso che possano essere valutate anche irregolarità più pesanti a carico del proprietario del locale dove si è svolto il festino non autorizzato.

Nella giornata di ieri si sono rincorse voci su chi fossero gli esponenti politici presenti. Quello che è certo è che consiglieri ed esponenti politici al festino, c’erano. Ciò che ancora è da appurare, invece, è il numero: tra consiglieri ed esponenti politici si parla di sette o otto persone. Da appurare la loro identità, ben nota però alle forze dell’ordine e anche ai cittadini della zona che hanno scattato foto e realizzato filmati, oltre ad aver assistito personalmente al via vai al festino. Inoltre, visto l’intervento da parte delle forze dell’ordine, l’identificazione è avvenuta come da prassi. I cittadini, intanto, invocano che siano resi noti i nomi dei politici presenti.

Quanto accaduto di certo è grave e capace di generare un notevole scossone. La sensazione diffusa, infatti, è che tutto sia permesso all’arroganza del potere. Festeggiamenti, insomma, per qualcuno, mentre tutte le famiglie sammarinesi, le attività economiche, i ristoranti e gli alberghi sono costretti a sacrifici in regime di restrizione. Un forte disagio che è st to pure esternato durante la cerimonia di insediamento della Reggenza con una manifestazione silenziosa di cittadini che indossavano maschere bianche, proprio per protestare contro le limitazioni imposte dal governo. Restrizioni che, evidentemente, non valgono per tutti. Men che meno, a vedere l’accaduto, per chi comanda.

A quanto si sa nel pomeriggio di ieri si sarebbero svolti incontri urgenti nelle forze di maggioranza. Tuttavia, nonostante l’enorme clamore della notizia, nessun intervento di chiarimento è arrivato nella giornata di ieri, né dall’Esecutivo, né dalle forze politiche, né dal Segretario alla Sanità, che non più tardi di mercoledì aveva invitato con piglio autoritario i sammarinesi a non uscire di casa, vista la grave situazione dei contagi.

Ed è proprio il Segretario Roberto Ciavatta che si trova nella situazione più delicata. Non è dato sapere, al momento, se fosse presente o meno anche lui al festino, ma di certo, sia che fosse presente sia che non lo fosse, la sua è una posizione imbarazzante.

Nel primo caso è facile intuire che sarebbe di una gravità inaudita. Nel secondo caso la vicenda sarebbe comunque grave, dato che gli appelli del Segretario di Stato alla Sanità Ciavatta risultano inascoltati dai suoi stessi consiglieri di maggioranza, che, nel più evidente spregio dei Decreti che sostengo in Consiglio Grande e Generale, sostenuti anche toni di rimprovero durante i dibattiti. Dibattiti nei quali si invoca una responsabilità di tutti i cittadini per la situazione di emergenza, responsabilità che poi, evidentemente, viene dagli stessi dimenticata quando si tratta di partecipare a un festino non autorizzato in tempi di pandemia e, praticamente, in situazione di lockdown.

Dato evocativo, inoltre, è che il festino si sia svolto il Giovedì Santo – il che per un partito come la Democrazia cristiana ha un significato particolare – inizio del triduo pasquale di riflessione. Triduo nel quale, tra l’altro, proprio per i provvedimenti adottati dall’Esecutivo, anche le celebrazioni risultano più contenute con i parroci costretti ad anticipare gli orari rispetto alla tradizionale Veglia pasquale, in funzione del coprifuoco anticipato alle 20.

Più in generale, mentre la gente normale rispettosa si informa anche sulla possibilità di andare a fare una passeggiata o di andare in visita a un parente solo, e magari si sacrifica sostituendo la visita con una videochiamata, c’è chi, avvantaggiato dalla sua posizione, di tutto questo se ne infischi

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