San Marino. Finanziaria Effepi, due condanne per riciclaggio

San Marino. Finanziaria Effepi, due condanne per riciclaggio

Riciclaggio tramite la finanziaria Effepi oggi liquidata, due condanne

Sentenza di primo grado per l’occultamento di 4,8milioni frutto di reati societari

Sono stati condannati a 4 anni e 2 mesi Erik Giardi e Massimo Duma, nell’ambito del processo per riciclaggio nel quale veniva contestata la movimentazione e l’occultamento di denaro ritenuto di provenienza illecita per oltre 4,8 milioni di euro. Verrà con tutta probabilità presentato appello, anche perché la difesa ha contestato le conclusioni dell’accusa, soprattutto relativamente all’ultima parte della condotta contestata.

Il denaro del quale è contestato il riciclaggio è ritenuto frutto di reati societari commessi da Massimo Duma e altri soggetti. I soldi, secondo l’accusa, venivano trasferiti attraverso assegni circolari che, seppure intestati a soggetti terzi, venivano da Erik Giardi versati su conti a lui riconducibil. Pochi giorni dopo venivano prelevati in contanti e consegnati a Duma. Condotta risalente agli anni tra il 2007 e il 2008, tanto che l’avvocato difensore, Gianna Burgagni, ha sottolineato come si trattasse della pratica dello sconto di assegni che era largamente diffusa nelle finanziarie all’epoca. Le movimentazioni sono continuate anche dopo la messa in liquidazione coatta della finanziaria EffePi della quale Giardi era dipendente. In occasione della liquidazione Giardi ha chiesto il trasferimento di quanto nel mandato fiduciario a favore di Duma. Una operazione che, però, ha eccepito la difesa, è stata fatta di concerto con il liquidatore della finanziaria, che diede l’assenso all’operazione, secondo quanto riferito dalla difesa.

La Procura Fiscale Il procuratore del fisco Roberto Cesarini ha sottolineato che “l’ammontare degli assegni versati non corrisponde alla capacità reddituale del Giardi e non si può certo pensare che derivino dalla sua attività lavorativa”.  Altro indice di anomalia rilevato dal Pf, è che il denaro veniva versato sui conti personali del Giardi o della moglie. Quando poi l’operatività venne attuata attraverso mandati fiduciari, il Pf rileva il collegamento tra le operazione in EffePi e quelle con la Fininternational,  che aveva conti correnti aperti presso la Bcs. “Si capisce che era il modo più semplice per liquidare gli assegni. All’epoca la Fininternational aveva una disponibilità di contante enorme, se si pensa che la sua operatività vedeva entrare 300mila euro a settimana. Disponeva dei contanti dei cinesi, già oggetto di altro procedimento. Un esubero di contanti attraverso cui venivano pagati gli assegni per poi fare figurare che quegli stessi assegni fossero alla base dei bonifici fatti in Cina”, ha detto il Pf. “L’operatività di Giardi si è protratta fino alla data del sequestro – ha proseguito il Pf – e la provenienza illecita delle somme è dimostrata”. Di qui la richiesta di condanna per entrambi gli imputati.

Le difese L’avvocato d’ufficio Sabrina Lettoli, legale di Duma, ha chiesto la prescrizione del reato, facendo risalite l’ultima operatività sul conto da parte del suo assistito, all’ottobre 2008. Di qui la richiesta di intervenuta prescrizione, ritenendo che il momento consumativo del reato dovesse risalire a quella data. Anche l’avvocato Gianna Burgagni ha nella sostanza rilevato che gli episodi contestati dovessero risalire al 2008.  “E’ vero che veniva praticato all’epoca lo sconto di assegni, ma era una prassi normale nelle finanziarie i quegli anni.  Non concordo, invece, con il procuratore del fisco sulla continuazione del reato. Infatti l’opertività del Giardi, ancoreché dichiarata per quell’epoca, si è interrotta per tutti gli anni successivi fino al sequestro del 2016. Non si possono vedere le atività compiute quando c’era il commissari liquidatore come di presunta continuazione, perché sono state poste in essere proprio con l’avallo e in caccordo con il liquidatore”, ha detto l’avvocato Burgagni, che ha quindi chiesto l’assoluzione per l’utima parte della condotta, e di conseguenza la prescrizione delle contestazioni precedenti. “Penalmente Giardi non ha compiuto reato alcun reato”, ha detto l’avvocato chiedendo anche di non prevedere la confisca.

La sentenza Il giudice Roberto Battaglino ha dal canto suo accolto la tesi accusatoria, condannando entrambi gli imputati alla stessa pena: 4 anni e 2 mesi ciascuno, 600 euro di multa e un anno e tre mesi di interdizione di pubblici uffici e diritti politici. Disposta poi la confisca delle somme sequestrate, pari a oltre 200mila euro, e la confisca per equivalente fino alla concorrenza di 4.461.324,28 euro.

Con tutta probabilità verrà presentato appello.

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