San Marino, franchigia frontalieri. Interviene l’Usl

San Marino, franchigia frontalieri. Interviene l’Usl

La franchigia per il 2012 per i lavoratori frontalieri è stata fissata 6700 euro. L’emendamento al decreto Milleproroghe è stato siglato dai parlamentari Vannucci, Pizzolante e Marchioni insieme ai colleghi liguri e lombardi per i lavoratori italiani che lavorano nelle nazioni confinanti, San Marino, Francia, e Svizzera. Il parere del Governo tecnico italiano inizialmente era negativo, La proposta è in attesa di ratifica. La proroga della franchigia probabilmente sarà accettata. Una franchigia però, non solo non indicizzata al costo della vita, ma neppure riapprovata alla cifra di 8.000 euro così come era ormai dal lontano 2003; anzi ridotta a 6.700 euro. USL è consapevole che il risultato che va letto nel contesto di questo momento economico di contrazione che indirizza i Governi a operare in un ottica di politiche di tagli e tasse per tentare il pareggio di bilancio al fine d’improntare il rilancio economico ma ricorda che per i frontalieri di San Marino grava anche il peso della tassa che ha diversificato il trattamento fra i residenti e non, che doveva essere eliminata con la legge di bilancio recentemente approvata; non è stato così. Non è esaustiva per il lavoratore la quota franchigia, pur riconoscendo l’impegno dei parlamentari coinvolti. Bisogna velocizzare la stesure e l’applicazione di una legge che regolamenti definitivamente questa situazione di precarietà continua. Come già affermato, anche in sedi Istituzionali, solo una legge che
sancisca lo stato dei diritti e dei doveri dei lavoratori frontalieri può porre la parola fine ad una situazione che ogni anno si ritrova in balia delle congiunture del momento. Alcune delle proposte per la struttura portante di questa legge sono:
1. Tutti i frontalieri residenti in Italia, dipendente in San Marino (qualsiasi sia la loro nazionalità) sono assoggettati alla trattenuta d’imposta alla fonte.
2. La normativa sulle doppie imposizione attribuiscono normalmente allo Stato del luogo di lavoro il diritto di prelevare le imposte alla fonte sui redditi da lavoro dipendente.
3. Lo Stato nel cui lavora il frontaliero s’impegna a versare parte della tassazione allo Stato d’appartenenza del lavoratore.
4. Lo Stato italiano si dovrebbe impegnare ad adoperare tali somme per lo sviluppo dei servizi o le migliorie in genere nei comuni di residenza dei frontalieri.
Questo è solo parte dello scheletro su cui poter costruire un testo unico che tenga presente di tutti gli aspetti della situazione del frontalierato. Auspicando che possa essere un utile contributo per dare in breve tempo una normativa definitiva che sancisca la parola fine a questo stato d’incertezza. L’USL si vedrà nuovamente col comitato frontalieri e chiederà un incontro col Governo per portare le proprie proposte in un ottica costruttiva e di condivisione.
Segretario Industria e Artigianato
Francesca Busignani
Segreteria Servizi e Commercio
Emidio Troiani

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