San Marino. Gabriele Geminiani in mostra al museo Guatelli, in provincia di Parma

San Marino. Gabriele Geminiani in mostra al museo Guatelli, in provincia di Parma

Da San Marino al Museo Guatelli. Gabriele Geminiani mostra gli sguardi delle cose perdute . “L’etnografo del mare” allestisce i suoi teatrini della memoria con oggetti ritrovati sulla battigia. Alla presenza di istituzioni e personalità del mondo della cultura parmense e non solo, si è inaugurata domenica 7 maggio la mostra “Mi riconosci. Il ritorno delle cose. Sguardi dalla battigia e altri luoghi” di Gabriele Geminiani.
Nella mattinata l’artista ha tenuto una piccola lectio agli antropologi del corso di perfezionamento in demo-etno-antropologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, nella quale ha raccontato il personale rapporto con il mondo degli oggetti e le linee guida della sua ricerca poetica dai chiari risvolti estetico-antropologici.

Il museo
Il Museo Ettore Guatelli è un museo etnografico che si trova a Ozzano Taro, in provincia di Parma e custodisce una grande collezione di oltre 60.000 oggetti (utensili della cultura contadina, ma anche oggetti di uso quotidiano, scatole, giocattoli, scarpe, ceramiche ecc.), disposti scenograficamente alle pareti.
Interessato agli oggetti in quanto testimonianza della storia dell’Uomo,  il collezionista Ettore Guatelli era soprattutto affascinato dalle storie che essi portano con sé e sono in grado di narrare. Importanti le sue frequentazioni con personalità emiliane del calibro di Cesare Zavattini e Attilio Bertolucci.

L’artista
Lavorando da anni a San Marino – da qualche anno è all’interno dell’Uff. Marketing e Comunicazione di Banca CIS – Gabriele Geminiani  ha sviluppato un radicato sentimento di sammarinesità , realizzando progetti in ambito artistico e culturale legati alla memoria e al territorio sammarinesi: suoi il cippo di Monte Pulito dedicato all’eroico gesto del soldato gurkha nella II Guerra Mondiale, i quaderni di “Amarcord, storie di emigrazione sammarinese” in collaborazione con il Museo dell’Emigrante e i progetti editoriali “La Repubblica invisibile” e “Contemporary San Marino”, quest’ultimo di prossima pubblicazione per le edizioni Seven Seas.

Gabriele è anche artista sui generis che utilizza per i suoi racconti figurati oggetti e frammenti di vita residuale, cose che ritrova su spiagge invernali e periferie disadorne: giocattoli di plastica mutilati, fra cui corpi di bambola e soldatini, e ancora ciabattine, pettini, stampini, ecc.
Scrive Mario Turci: “Geminiani raccoglie, assembla, compone e scompone. Il suo laboratorio è abitato da una folla di oggetti che chiedono di essere interrogati, seguiti, assemblati, ma quel che più mi incuriosisce di Gabriele è il suo modo di raccogliere e di esplorare i luoghi del “ritorno delle cose” e spesso questo è il mare. Il senso del raccogliere anticipa il collezionare e il comporre: la scelta dei posti, il ritornarci, l’esplorare nuovi luoghi, l’osservazione ostinata è l’espressione di un metodo d’indagine dai caratteri etnografici. La sua è una sorta di “etnografia del mare” là dove il mare restituisce oggetti che sono storie e indizi di quotidiano”.

“Esporre al Guatelli mi lusinga infinitamente e al tempo stesso è una grande sfida: imbastire un proprio teatrino di oggetti in un contesto a così alta densità poetica e di elementi carichi di significatività non è cosa facile”, dice Geminiani , che qui porterà l’elemento nudo e scarno della sua ricerca,  con tutta la sua capacità interrogante.
“Mi riconosci” è una carrellata di volti consumati dal tempo e dall’usura degli elementi, con sguardi che provengono da molto, molto lontano. Esiti di derive successive e di possibili incontri e incroci di esistenze pregresse, dove gli stessi oggetti potrebbero essere appartenuti a chi si ritrova oggi, ignaro o consapevole, a contemplarli. A incrociarne nuovamente lo sguardo.

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