Gatti diceva sulla Tomasetti: “E’ una delle artefici della caduta del governo”
L’ex Segretario agli Esteri parlava dei suoi rapporti diretti o indiretti con la presidente di Bcsm e aggiungeva: lei con Buriani ce l’ha a morte, a morte, a morte
Il governo e la maggioranza continuano nel loro intento di fare “terra da ceci” in tribunale, eliminando i magistrati scomodi, sulla linea preconizzata circa un anno fa da Gabriele Gatti. Nel mirino della politica, coadiuvata in questo scopo da singolari esposti che vengono presentati nelle sedi politiche contro magistrati, continuano ad esserci i magistrati, in particolare questa volta tocca ad Alberto Buriani, protagonista delle indagini sul “conto Mazzini” e di numerose importanti indagini antiriciclaggio che hanno consentito allo Stato di recuperare credibilità, effettività nella applicazione di leggi per la lotta al denaro sporco e finanziamento del terrorismo, e anche di recuperare, come dice spesso la popolazione in maniera diretta, quello che era stato rubato alla collettività.
Il tribunale politico Niente di più facile, con la instaurata “tirannia della maggioranza”, che far passare la delegittimazione dei giudici scomodi per un tribunale politico. Così, lo schema operativo, appare lo stesso che seguì l’ex dirigente Valeria Pierfelici, quando, nel 2017, portò in Commissione affari di giustizia illazioni poi rivelatesi non vere – ciò attestato anche da provvedimenti di archiviazione e sentenze – per le quali fu sfiduciata dalla stragrande maggioranza dei magistrati. Salvo poi essere reintegrata dalla politica con una votazione dalla dubbia legittimità e di cui sono tenuti nascosti i verbali, proprio in questi giorni, il 24 luglio, in quella che è stata definita la notte più buia della Repubblica.
Il nuovo esposto A portare questa volta sul piano politico esposti che dovrebbero semmai prendere altre strade più consone, è stata la presidente di Bcsm, Catia Tomasetti, personalmente e in rappresentanza di Via del Voltone, in funzione di una delibera del 29 luglio adottata dall’Assemblea dei soci. Assemblea nella quale, peraltro, il governo rappresenta la maggioranza, con la delibera adottata dopo un breve riferimento della stessa Presidente. L’esposto è stato presentato poi il 5 agosto, nelle mani della politica, precisamente del Presidente della commissione affari di giustizia, Gian Matteo Zeppa. La volontà di fare “terra da ceci in tribunale”, così come diceva Gabriele Gatti – passando a questo punto per le vie brevi dei processi sommari organizzati dalla politica – continua dunque ad essere portata avanti dalla maggioranza e da tutti coloro che evidentemente hanno qualcosa da recriminare dalle inchieste giudiziarie.
Le altre affermazioni di Gatti Difficile dire se millantasse o dicesse il vero, anche se quasi tutto quanto da lui sostenuto si è finora verificato. Sta di fatto che nelle sue affermazioni con un suo interlocutore, Gabriele Gatti – le registrazioni risalgono al periodo tra il luglio e il dicembre del 2019 e dopo averle consegnate in tribunale le consegneremo brevi manu anche alla Commissione di inchiesta – nella sua cerchia di rapporti annoverava anche quelli, diretti e indiretti, con la Presidente di Bcsm. Sono d’altra parte parecchie le rivelazioni di Gatti ai suoi interlocutori, che poi trovano puntuale riscontro negli eventi successivi. La “terra da ceci”, è una di queste; c’è poi la preventivata caduta del governo di Adesso. sm, nella scorsa legislatura, subito dopo l’approvazione della legge elettorale; ci sono i passaggi sul tribunale; le influenze che dice di avere nel quadro politico; la formazione delle liste; le prospettive su come sarà il governo dopo il voto.
Tuttavia le rivelazioni di Gabriele Gatti – che già in quel periodo era rinviato a giudizio per il riciclaggio legato all’affaire del Centro uffici – ai suoi interlocutori, assumono tratti preoccupanti quando parla delle sue entrature in Banca Centrale.
Nella sostanza l’ex Segretario agli esteri, oltre a sostenere con il suo interlocutore di poter parlare, e di aver parlato, direttamente con la presidente Catia Tomasetti, mette sul piatto i rapporti che può avere per interposta persona. Così emerge che Gatti è al corrente che in un incontro riservato ci debba essere un determinato funzionario di Bcsm piuttosto che un altro e sostiene di conoscere, dicendo di averci parlato, anche le mosse future della Presidente.
Così si sincera che ad un certo incontro quel determinato funzionario ci sia stato, e poi riporta che, dopo quell’incontro, la Presidente sarebbe stata disponibile a un colloquio con l’interessato.
Poi Gatti riferisce di averla anche vista, la Presidente, e riporta cosa gli avrebbe detto. Riferisce Gatti al suo interlocutore: “No lei mi ha detto: qui è una banda di matti a San Marino. Sono uno più matto dell’altro. La Banca Centrale quelli che c’erano prima erano dei delinquenti”. Poi Gatti in un’altra parte del discorso aggiunge: “Io adesso domani cerco di rintracciarla di nuovo, perché adesso lei lì ha potere…”
Come si esplicasse questo potere, sempre a detta di Gatti, lo aveva spiegato qualche minuto prima sostenendo: “Tra l’altro è lei una delle artefici della caduta del governo, quindi insomma…”
Ma non finisce qui, perché Gatti, nel magnificare le capacità della Presidente di Bcsm, suscita la domanda del suo interlocutore. “C’è da domandarsi come mai una così brava sia venuta a San Marino per 70mila euro…” Risponde Gatti: “Lei è venuta a San Marino perché doveva avere per conto di altri un occhio a San Marino, perché San Marino cadeva nelle mani di certi personaggi”.
E l’altro chiede: “Ma lei è del giro di Confuorti o contro?” E Gatti senza esitazione: “Contro, contro… lei infatti ce l’ha a morte, a morte, a morte con Grandoni, Buriani, Celli… tutta quella cricca lì”.
Non c’è molto altro da aggiungere, dato che l’esposto della Tomasetti contro Buriani è attualità.