La forza politica sammarinese: “questa giornata non sia retorica, ma consapevolezza”
“Ogni anno – scrive Libera -, con l’avvicinarsi del “27 gennaio Giorno della Memoria” in tv vengono trasmesse interviste dei sopravvissuti ai campi di sterminio e mai come quest’anno la linea rossa che attraversa queste testimonianze è la paura che una volta scomparsi loro, in media ultranovantenni, tutto tacerà, nessuno più racconterà questa pagina nera della storia recente, pagina di cui già qualcuno oggi mette in discussione l’esistenza.
Edith Bruck mercoledì sera in tv ha raccontato come l’umiliazione e la segregazione razziale in Ungheria, dove viveva con la sua poverissima famiglia, fossero iniziate ben prima dei campi di concentramento, dove fu deportata a 12 anni. Prima, quando ancora era bimba e i coetanei le sputavano addosso perché ebrea, i vicini di casa le chiudevano la porta in faccia e la mamma si disperava perché non aveva più farina per cucinare un po’ di pane per i figli … Hannah Arendt scriveva che “la lezione della spaventosa, indicibile e inimmaginabile “banalità del male” non si gioca sul fatto che il male sia banale, ma che la parola “banalità” sta ad indicare quanto esso sia perpetrato da persone ordinarie”.
I primi esperimenti di eliminazione fisica delle persone furono realizzati sui malati di mente e disabili tedeschi, anche bambini, alla fine degli anni ‘30. Le prime esperienze di camere a gas e forni crematori furono fatte su di loro. L’associazione AttivaMentequest’anno ha voluto commemorare così la Giornata della Memoria 2023 con un viaggio a Berlino: “Un fiore al n.4 di Tiergartenstrasse”…l’incubo ha un suo indirizzo.
Se tutto questo orrore è potuto succedere negli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso, con i mezzi di informazione limitati rispetto a quelli di cui disponiamo oggi, mezzi che in un modo o nell’altro possono manipolare le coscienze della massa acritica, ci rendiamo conto di quanto il grido di allarme sia reale e il pericolo oggi sia costante.
Ecco allora che la memoria, la creatività artistica e immaginativa, l’esercizio critico e riflessivo possono essere efficaci strumenti per allenare le coscienze ed esorcizzare il male.
La paura che la memoria dell’orrore vada persa e che ciò che è accaduto possa tornare può essere curata solo con la cultura, con l’allenamento del senso critico nelle giovani generazioni attraverso la scuola e anche attraverso i media, che tanto permeano la vita quotidiana dei ragazzi.
La storia del ‘900 tutta va studiata e meditata fino in fondo, non solo “toccata e fuga”.
Perché la Giornata della Memoria non sia retorica, ma consapevolezza, per conoscere e non dimenticare…”