San Marino. Giustizia: processi pendenti, Consiglio d’Europa

San Marino. Giustizia: processi pendenti, Consiglio d’Europa

Consiglio d’Europa: no interferenze di governo e politica su processi pendenti

Giustizia, Titano monitorato da Greco, Coe e Ccje

Antonio Fabbri

Non deve essere piaciuta troppo al Consiglio d’Europa l’uscita di venerdì scorso del Segretario di Stato Massimo Andrea Ugolini alla Rtv, tanto che ieri sera sul sito del Coe è stata pubblicata la lettera che il Segretario generale ha inviato al Segretario agli Esteri Luca Beccari lo scorso 21 agosto e, di fatto, lo stesso giorno resa pubblica dal Segretario alla Giustizia in televisione. Già su queste pagine abbiamo commentato, ieri, che il Segretario Ugolini in quell’intervista non l’avesse raccontata giusta. Ieri, poi, con una lettera al Segretario generale del Coe anche Repubblica futura aveva segnalato l’intervista di Ugolini e il fatto che quella missiva fosse tenuta segreta ai Consiglieri. Così a renderla pubblica ci ha pensato il Consiglio d’Europa, nella serata di ieri.

Una decisione presa probabilmente per due motivi: da un lato perché, con l’intervista, tra l’altro di un Segretario di Stato che non era il destinatario della missiva, è in un certo senso venuta meno la confidenzialità della comunicazione; dall’altro perché, con tutta evidenza, di quella confidenzialità si è approfittato per veicolare al paese una informazione un tantino diversa, parziale e strumentale rispetto a quella che la lettera, invece, effettivamente trasmetteva, soprattutto per quanto riguarda la preoccupazione, pur diplomaticamente espressa, per le ingerenze del potere Esecutivo e del potere Legislativo sul potere Giudiziario.

Intanto “l’apprezzamento sulla bozza di riforma”, propagandato da Ugolini. Nella lettera più precisamente, dopo aver ringraziato per le informazioni trasmesse, il Segretario generale del Coe, Marija Pejčinović Burić, afferma: “Sono lieta di apprendere del progetto di misure di riforma previste dal Segretario alla Giustizia che interesserebbero il Consiglio Giudiziario. Se presentato e adottato, questo progetto sembrerebbe rappresentare un importante passo avanti in termini di attuazione degli standard del Consiglio d’Europa, nonché delle raccomandazioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) nei confronti del vostro paese”. Poi però in calce alla lettera il Segretario Generale rimarca: “Il Consiglio d’Europa è pronto a fornire il proprio contributo nella preparazione dell’annunciata riforma, basandosi sugli standard e le competenze della Commissione di Venezia e della CCJE, e sulla base delle raccomandazioni del GRECO”. Come dire: bene le linee di riforma se ottemperano i principi fondamentali che il Coe richiama, ma ci teniamo a fornire il nostro apporto perché quello che andrete ad approvare rispetti i principi internazionalmente riconosciuti in ambito di separazione dei poteri.

Ma la parte più dura della lettera è quella centrale, perché, sempre con linguaggio diplomatico, il Coe fa sapere di avere ricevuto, sì, la documentazione del Governo, ma di avere ricevuto anche quella dei giudici e di lì parte per mettere alcuni paletti, tanto che, più che “un elemento positivo”, il governo dovrebbe vedere quanto scritto come un elemento di preoccupazione, considerate le prevaricazioni che sono state messe in campo nelle ultime settimane e denunciate. Infatti la lettera del segretario generale del Coe dice: “Alla luce dell’esauriente documentazione presentata dal Governo, e dopo aver esaminato anche le informazioni fornite da alcuni rappresentanti della magistratura sammarinese, vorrei ricordare il ruolo chiave che i Consigli per la Magistratura, come il Consiglio Giudiziario, giocano nel garantire l’indipendenza e la professionalità della magistratura. È quindi della massima importanza disporre di quadri legislativi e procedurali che facilitino il lavoro dei Consigli, nonché garantire che tali quadri siano pienamente osservati nella pratica da tutti i soggetti coinvolti. Il principio della separazione dei poteri e dello stato di diritto richiede anche l’astensione da qualsiasi interferenza dell’Esecutivo o del Legislativo nei procedimenti pendenti. Ho portato le informazioni che avete fornito all’attenzione della Commissione di Venezia, del GRECO e del Consiglio consultivo dei giudici europei (CCJE), e continuerò a seguire attentamente la situazione. Come sapete, a settembre il GRECO dovrebbe adottare un rapporto di valutazione su San Marino, in cui verranno affrontati questi temi”.

La lettera quindi dice anche che San Marino è sotto il monitoraggio degli organismi internazionali per la questione giustizia e, a breve, un valutazione la farà pure il Gruppo europeo di stati contro la corruzione.

Ora, che le decisioni della maggioranza politica e del governo, adottate in particolare nottetempo il 24 luglio, abbiano inciso su procedimenti pendenti è un dato di fatto. Quindi, la lettera del Coe, per chi quelle decisioni le ha adottate, non pare possa essere valutata come un “elemento positivo”.

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