San Marino Green Festival: “Ondata di maltempo occasione per ripensare rapporto tra uomo e natura”

San Marino Green Festival: “Ondata di maltempo occasione per ripensare rapporto tra uomo e natura”

L’ondata eccezionale di maltempo degli ultimi giorni rappresenta, secondo gli organizzatori del San Marino Green Festival, un’occasione per ripensare il rapporto tra uomo e natura.

Il Green Festival fa la conta dei danni e chiede a diversi esperti la giusta ricetta per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici senza dover ricorrere a interventi drastici a danno di fiumi, animali e piante

Alla fine anche la Romagna ha “assaporato” gli effetti drammatici dei cambiamenti climatici, con la comparsa di una eco-ansia con la quale dovremo sempre più convivere.

Ma se la Romagna piange, San Marino di certo non ride e scopre la fragilità del proprio territorio che richiederà sempre più attenzioni e risorse economiche.

I danni causati da alluvioni come da siccità estreme entreranno in maniera sempre più importante nei bilanci delle amministrazioni locali e non solo. L’equilibrio meteorologico, quello delle rassicuranti cartine meteo del Comandante dell’Aeronautica Bernacca, degli anticicloni buoni legati alle stagioni, si è rotto per sempre.

Ma non è ancora finita l’alluvione e la conta dei danni, che si cerca il colpevole e come spesso accade l’uomo incolpa le altre specie, animali o piante. Che a loro volta non possono difendersi.

“Qualche sindaco ha già affermato che è ora di tagliare tutti gli alberi presenti nell’alveo dei fiumi e non avere pietà con le tane di nutrie ed istrici. Quindi per placare la rabbia popolare sui ritardi negli allarmi e sugli ingenti danni, sono già partiti anche i primi interventi di sfalcio. Ma davvero dobbiamo eliminare ogni forma di vita animale e vegetale che popola i fiumi per ridurre il rischio di nuove esondazioni?” Ad affermarlo è Linda Maggiori, la giovane giornalista e attivista ambientale impegnata da anni su diversi fronti. Lo dice dalla sua città, Faenza, il distretto più duramente colpito.

Ma se aggiungiamo che la terra assorbe sempre meno acqua, per via di una cementificazione indiscriminata e di una siccità estrema, quale sarebbe la giusta ricetta per ridurre gli effetti di tali calamità?

Innanzitutto serve creare invasi o bacini in grado di intercettare ed imbrigliare le bombe d’acqua affinché diventino risorse. Quindi una manutenzione degli argini in maniera non invasiva, togliendo i legni morti, gli alberi secchi, con un lavoro e un monitoraggio costante.

Le amministrazioni però preferiscono ricorrere periodicamente al “taglio a raso”, lasciando il fiume nell’incuria totale negli anni successivi, fino ad un nuovo taglio radicale.

“Il problema, dunque l’errore, è che si continua a considerare il fiume come un semplice canale di scorrimento, mentre è un ecosistema complesso”. A dirlo in questo caso è Gabriele Geminiani patron del Green Festival Montefeltro e San Marino che quest’anno al “fiume” dedica la propria edizione riminese che aggiunge – Partendo dalla convinzione che – nessuno può difendere ciò che non conosce – abbiamo attivato un ciclo di laboratori sul fiume con le scuole primarie di Santarcangelo così come passeggiate ecologiche sul Marecchia aperte a tutti avvalendoci del professore Riccardo Santolini. Santolini ha sottolineato come si debba ridare naturalità al corso dei fiumi al fine di consentire la corretta filtrazione dell’acqua nelle falde. Ha poi ribadito il ruolo della vegetazione fluviale come elemento che rallenta il corso del fiume e in grado di condizionare positivamente il microclima.”

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy