Da Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino, quanto detto in conferenza stampa dai magistrati di Napoli sull’indagine Titano.
(…) Sono emblematiche le affermazioni
del procuratore capo
di Napoli, Giovanni Colangelo, e del procuratore aggiunto
che ha coordinato questa
indagine dei 5 Pm, Federico
Cafiero de Raho,
oggi nominato a capo della
procura di Reggio Calabria.
Dalle dichiarazioni, rese martedì
scorso in occasione della
conferenza stampa, emerge
l’importanza dell’operazione,
la necessità di collaborazione
da parte del tribunale di San
Marino e il fatto che l’inchiesta
non è ancora finita.
“Una indagine – ha detto il
procuratore Colangelo – che ha
un suo aspetto di complessità
perché si svolge in parte in
territorio italiano e in parte sul
territorio della repubblica di
San Marino, per lo meno nelle
modalità che l’abbiamo potuta
attuare finora, ma lo attueremo
ancora oltre con l’attività di
intesa con l’autorità giudiziaria
sammarinese. L’indagine
dimostra che gli interessi della
criminalità organizzata sono
sempre più proiettati verso
altre regioni e verso il versante
economico”. Sull’importanza
dell’operazione e la pericolosità
dei soggetti coinvolti nell’inchiesta,
riferisce il procuratore
aggiunto De Raho: “L’operazione
ancora una volta dimostra
come il clan dei casalesi
reimpieghi il denaro fuori dal
proprio territorio. E il maggior
pericolo che proviene dal
clan dei casalesi è appunto il
riciclaggio, e quindi l’invasione
dei territori diversi dal casertano
con il denaro che proviene
da attività illecite”. Considerato
che il clan di Casal di Principe
si trova tra l’Emilia Romagna
e il Titano dal lontano 2000,
si può facilmente intuire a che
stadio sia questa “invasione dei
territori“. (…)
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