L’orgoglio di nonno mi ha indotto a seguire in diretta alla consegna dei diplomi di maturità della nostra scuola media superiore.
Ho guardato i volti e in particolare gli sguardi di quel centinaio di nostri giovani in primo piano di fronte alla telecamera, alcuni gioiosi, altri in imbarazzo, altri annoiati o di sfida come avviene spesso a quella età. Li ho pensati assieme alle altre centinaia, migliaia di nostri giovani in altre scuole, università in giro per l’Italia, per l’Europa e per il mondo, o in cerca di lavoro senza particolari tutele da parte delle istituzioni. Erano occhi pieni di speranze e sogni, ma li ho immaginati in un futuro grigio, devastato dalla nostra generazione ecologicamente, dai debiti, senza pensione, per la nostra voglia di arraffare tutto senza pensare al futuro: devastato dalle guerre, da economie che arricchiscono solo i ricchi, da nuove pandemie con poca propensione a organizzarsi per lottare.
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