Il dottor Costa, inventore della clinica mobile, con le sue storie di corse e di piloti, di vite salvate e portate alla vittoria, ha incantato e commosso il pubblico del salotto letterario di Villa Manzoni, ieri sera a Dogana. Lui, davvero unico, essenziale, immediato, come quando interviene a raccogliere i piloti catapultati per terra, dribbla i complimenti con una frase telegrafica: “Sono semplicemente il dottorcosta, minuscolo, tutto attaccato”. Una frase che vale una vita.
C’era il pubblico delle grandi occasioni a Villa Manzoni, giovedì sera, per l’arrivo del dottor Costa: i due piloti sammarinesi Alex De Angelis e Manuel Poggiali, il vice sindaco di Coriano Gianluca Ugolini, la rappresentanza del Moto Club di Riccione, della Fondazione Simoncelli, dei 58 Boys, della Federazione Motociclistica Sammarinese. Tantissimi appassionati e corridori di moto. E poi c’era il dottor Oliviero Soragni, che dall’Ospedale di San Marino, tante volte l’ha aiutato nel ricomporre le fratture più complicate. Ma soprattutto c’era lui, il dottor Claudio Costa, appartenente a quella razza di medici di cui si è perso lo stampo. Quei medici che prima ti curano con una carezza, una parola, un gesto di affetto, e poi con la medicina. Che usano una tecnica che sembra follia, ma che ottengono risultati che sembrano magia. E invece c’erano le voci di Zanardi, Capirossi, Doohan, Valentino, Pedrosa, Dovizioso, Lorenzo e tantissimi altri a testimoniare la bravura di questo medico romagnolo con la passione delle moto. Ognuno con il suo personalissimo grazie.
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