San Marino. Il Movimento RETE critica le modalità di convocazione delle Commissioni Interni e Sanità

San Marino. Il Movimento RETE critica le modalità di convocazione delle Commissioni Interni e Sanità

Ci sono tanti modi per privare l’opposizione del proprio ruolo di controllo. Uno di questi è quello di fissare le convocazioni delle Commissioni Permanenti senza prima verificare le disponibilità dei Commissari. Non stiamo parlando di un’inezia, visto che si tratta delle Commissioni che discutono nel concreto i progetti di legge e gli emendamenti. È nelle Commissioni che trova compimento la funzione legislativa del Consiglio Grande e Generale. Estromettere l’opposizione da quella sede non è quindi rispettoso della democraticità dei processi decisionali e della rappresentatività. Fatta questa doverosa premessa ci troviamo a constatare come, ancora una volta, le convocazioni delle Commissioni Interni e Sanità siano state fatte senza un minimo di confronto con i membri delle Commissioni stesse. Anzi, ed è peggio, nel caso della Commissione Interni il membro di RETE aveva comunicato già da tempo la propria assenza in questo periodo ma il Presidente non ne ha tenuto conto e ha calendarizzato le date della Commissione a proprio piacimento. Cosa significa questo? Significa che RETE, nonostante abbia presentato una quarantina di emendamenti che reputiamo migliorativi della Legge sulla privacy, non potrà discuterli. Lo stesso accade in Commissione Sanità: i Commissari si sono visti recapitare la convocazione con le date ufficiali fissate tenendo conto unicamente dell’agenda del Presidente.  Non importa se gli altri membri lavorano, sono fuori territorio o hanno già impegni fissati.  È lecito domandarsi cosa potrà avvenire con provvedimenti che vedranno la nostra posizione opposta a quella della maggioranza, come il progetto di legge sulle unioni civili o quello sulla procreazione cosciente e responsabile (se mai arriveranno in Commissione).  E ci chiediamo anche se questo metodo vada nella direzione di favorire la partecipazione istituzionale a chi lavora fuori dalla PA. Crediamo di no.

Un governo che voglia definirsi democratico dovrebbe creare le condizioni affinché il ruolo spettante all’opposizione possa essere svolto nella sua pienezza, non lavorare per evitarlo come la peste. Altrimenti saremo legittimati a pensare che questa modalità serva appositamente ad estrometterci dai lavori. All’opposizione non deve essere sottratta la funzione propositiva e di controllo. Piaccia o non piaccia ai Presidenti.

Movimento R.E.T.E.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy