San Marino in lutto: è morto Mario Capicchioni, noto maestro liutaio

San Marino in lutto: è morto Mario Capicchioni, noto maestro liutaio

Tutta la Repubblica di San Marino è in lutto per il decesso di Mario Capicchioni, noto maestro liutaio.

Lunedì 3 gennaio 2022 Mario Capicchioni è deceduto a Rimini all’età di 95 anni.

“Mario è stato liutaio di grande valore, il padre Marino è considerato uno dei più prestigiosi costruttori di strumenti ad arco del Novecento – racconta Massimo Rastelli in un comunicato -. La storia dei liutai Capicchioni inizia cent’anni fa, negli anni ’20 del secolo scorso, quando Marino realizzò da autodidatta i primi strumenti. È del 1923 una medaglia d’argento che gli è stata conferita per i suoi violini dalla Società Unione Mutuo Soccorso di San Marino”.

“Il trasferimento e l’apertura a Rimini di una bottega e il contatto con l’autorevole Accademia Chigiana lo fanno conoscere e apprezzare dai musicisti del prestigioso Quartetto Italiano. È del 1937 la consacrazione di Marino Capicchioni, con una medaglia d’argento per il suo quartetto d’archi, due violini, una viola e un violoncello a Cremona in occasione del bicentenario della morte di Antonio Stradivari – prosegue Rastelli -. Il passaggio del fronte della Seconda Guerra Mondiale costringe i Capicchioni a tornare a Santa Mustiola. È nell’estate del ’44 che il giovane Mario, studente di ragioneria a Rimini, viene invitato dal padre ad imparare il mestiere di liutaio. Aveva lasciato la scuola il novembre precedente quando erano iniziati i bombardamenti su Rimini, caposaldo della Linea Gotica”.

“Il dopoguerra è considerato il periodo d’oro. La diffusione degli strumenti ad arco Capicchioni che ha in Arturo Bonucci, violoncellista e Pina Carnielli, violinista, i suoi sostenitori più convinti si allarga oltre i confini italiani – spiega Rastelli -. Violini, viole e violoncelli Capicchioni sono ambiti dai musicisti della Berliner Philharmoniker, Hemut Heller, Yehudi Menuhin. Il violinista sovietico David Ojstrach, considerato il più grande di tutti i tempi, andò di persona alla bottega Capicchioni di Rimini negli anni ’60. In tutti gli strumenti prodotti dal 1944 in avanti c’è la mano di Mario. La consacrazione avviene agli inizi degli anni ’70: sull’etichetta degli strumenti di Marino Capicchioni viene citato anche il figlio”.

Dal 1977, dopo la morte di Marino, è Mario a continuare l’attività del padre. Mario ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, in particolare per la costruzione della viola. Mario è stato determinante per il mio lavoro: il documentario ‘Il Genio Capicchioni'(2017), prodotto da Rtv con la regia di Antonio Prenna e il romanzo con lo stesso titolo, Aiep Editore (2019) – sottolinea l’autore della nota -. Nel 2016, quando ho iniziato le ricerche, la casa di Mario è stata una delle tappe fondamentali per ricostruire la loro storia. Sono nato anch’io a Santa Mustiola e ci conoscevamo da sempre, ma dai nostri dialoghi in questi ultimi anni è nata un’amicizia profonda. Questa vicinanza mi ha consentito di raccogliere testimonianze toccanti, come quelle dei timori di dover rappresentare il nome Capicchioni dopo la morte del padre”.

Nel comunicato di Rastelli non manca un aneddoto riguardante Mario Capicchioni: <<Mario Capicchioni mi ha raccontato questo episodio. “Era il 1989, ci presentammo io e un funzionario dello Stato di San Marino alla Sala dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di pomeriggio. Mstislav Rostropovich dirigeva l’orchestra, era un sessantenne come me. Dopo che il funzionario ebbe esposto l’invito al maestro di venire a San Marino, venne il mio momento. Avevo portato il violoncello che avevo appena finito di costruire e lo invitai a provarlo. Il violoncellista si mostrò molto interessato allo strumento, lo osservò a lungo in ogni dettaglio. Poi si mise seduto ed eseguì col mio violoncello la Toccata in Re Minore di Bach, un’esecuzione solenne di fronte alla sala vuota. La mia apprensione era tanta. Dopo l’esecuzione e per diversi giorni le parole del maestro continuarono a tornarmi alla mente. ‘Buono violoncello!’, aveva detto Mstislav Rostropovich stringendomi la mano”>>.

“Con questo avvenimento significativo voglio ricordare Mario, grande amico”, scrive infine Rastelli.

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