San Marino in stagflazione. Giuseppe Maria Morganti, La Tribuna Sammarinese

San Marino in stagflazione. Giuseppe Maria Morganti, La Tribuna Sammarinese

Giuseppe Maria Morganti di  La Tribuna Sammarinese:    L’Anis contraria all’impostazione data alla legge finanziaria dal governo che chiede sacrifici senza prospettiva / Di fronte alla stagflazione, gli industriali disotterrano l’ascia di guerra / La fase è pericolosissima con una recessione unita all’aumento dei prezzi e dei tassi di interesse: uscirne è difficilissimo. Senza tagli alla spesa pubblica il bilancio non si salva

L’Associazione Nazionale Industria San Marino abbandona i toni concilianti e con fermezza indica al  governo che le proposte per la legge finanziaria non vanno bene.

A San Marino la recessione, piuttosto che fare diminuire i prezzi e i tassi di interesse, cosa che favorirebbe la ripresa determinando un incentivo alla domanda, sta accadendo proprio il contrario dando vita a un fenomeno ancor più disastroso quello della stagflazione. Gli economisti sanno che l’unico modo per contrastare questo fenomeno è quello di ridurre la spesa corrente ma non solo per contenere il deficit, ma anche per consentire di ridurre la pressione fiscale, altrimenti dalla stagflazione non ci si esce. Il governo con le sue proposte sta facendo esattamente il contrario. Tale considerazione, prettamente tecnica, fornisce il quadro per valutare la dura risposta che l’Anis da alle affermazioni del Segretario degli Interni che ieri ha difeso le politiche in atto nella Pubblica amministrazione. Dice l’Anis, rivolgendosi ovviamente al Segretario Ciavatta:” Serve una seria, profonda, riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, in cui vengano aboliti i privilegi e venga cancellato una volta per tutte l’antico vizio del clientelismo della politica”. Insomma gli industriali hanno disotterrato l’ascia di guerra, dopo che agli inizi del 2011 avevano provato a cambiare strategia assecondando le politiche del governo e chiedendo di essere ammessi ai tavoli delle decisioni di politica economica. Lo fanno chiedendo tassativamente l’introduzione dell’Iva, la rivalutazione dei patrimoni, le privatizzazioni, il taglio alla spesa pubblica, il varo delle riforma tributaria, e un agognato, quanto impossibile, ‘progetto di prospettiva’.

 

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