Stefano Elli scrive a L’Informazione di San Marino

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L’Informazione di San Marino

Riciclaggio. Stefano Elli chiarisce il suo pensiero

Egregio direttore,

questa mia non vuole essere una smentita o una rettifica, ma un contributo di chiarezza che ritengo importante per evitare ulteriori pericolose distorsioni del mio pensiero. Nel corso del mio intervento di martedì sera, da voi ripreso nell’edizione di ieri, ho illustrato una modalità operativa di riciclaggio, peraltro ben nota agli addetti ai lavori, definita come “reverse money laundering”. Ne ho illustrato i meccanismi ai presenti in sala, cercando di essere il più chiaro e didascalico possibile. Credo anche, a giudicare dai commenti nel “dopo” convegno, di essere riuscito nel mio intento. Preciso di non avere mai pronunciato la frase: “Le banche sammarinesi (sono; nda) utilizzate per provvista di soldi cash nei casi di corruzione” riportata nel sommario del vostro pezzo di apertura.   Quanto al caso Delta sono entrato ancor più nello specifico. Ho passato in rassegna gli eventi che hanno portato all’esplodere della “patologia” Delta: descrivendo sia il vizio d’origine della società (l’essere controllato in modo surrettizio da un’entità sammarinese), sia la controversia con il gruppo Sopaf Magnoni relativa alla mancata realizzazione del “polo” del credito al consumo, nonché il problema della valutazione dei titoli Banco Popolare in portafoglio alle due entità (parlando anche di cifre e scarti). Una controversia che ha portato all’esposto dell’avvocato Guido Rossi e, in seguito, all’escalation degli eventi successivi. Non io ma un interlocutore in sala ha chiamato in causa “poteri forti”, espressione allusiva che tra l’altro detesto per la sua genericità. Per quanto mi riguarda ho citato fatti, società, persone, titoli, valutazioni e stime. Non potendo fare a meno di notare come, a seguito delle prese di posizione da parte del management di Estuari, si sia innescata una spirale che ha, di fatto, portato alla disgregazione del gruppo come entità in grado di produrre valore. Del resto confutare queste affermazioni mi sembra offensivo dell’intelligenza di chi, per mestiere, osserva e descrive le cose. Aggiungo che questa chiave di lettura degli eventi non rappresenta una novità: ma una linea costante di cui ho sempre dato conto all’interno dei miei servizi sul caso Delta. Quanto alle figure del dottor Fantini e della dottoressa Stanzani, ciò che ho detto è che, avendoli conosciuti personalmente, non ho mai ricevuto l’impressione che fossero dei “delinquenti e riciclatori”. Cionostante ho aggiunto che le contestazioni dei magistrati avevano, a prescindere, un loro fondamento. Un po’ diverso, come si vede, da quanto da voi riportato nella frase attribuitami: “Fantini non era un delinquente”. Non mi permetto di esprimere giudizi di valore, ma direi di essere nella corretta posizione per richiedere ospitalità alle vostre pagine, se non per altro per spiegare ai lettori dell’Informazione che non erano presenti, quel che realmente ho detto al Convegno di martedì sera. Ringraziandola per l’ospitalità.

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