San Marino. In tribunale, una condanna per riciclaggio

San Marino. In tribunale, una condanna per riciclaggio

L’informazione di San Marino

I soldi movimentati, versati in contanti, sono ritenuti frutto di furto, usura e ricettazione 

Denaro di un membro della banda dei bancomat, condanna per riciclaggio

Antonio Fabbri

Si è chiuso con una condanna a 4 anni per riciclaggio a carico di Ombretta Bottazi, convivente di Gianluca Stangolini, noto alle cronache per essere un membro della cosiddetta “banda dei bancomat”, per i furti messi a segno, in particolare nella vicina Romagna, facendo saltare in aria gli sportelli automatici delle banche. Secondo l’accusa i soldi movimentati sul Titano erano frutto, oltre che dei furti, anche di usura e ricettazione. 

Di qui la richiesta di condanna da parte del Procuratore del Fisco, Roberto Cesarini, che, richiamando anche procedimenti italiani, aveva chiesto una pena più salata per la donna, 54enne di Bologna, Diversa la posizione della difesa nel processo di ieri, nel quale si è proceduto alle conclusioni.

L’avvocato della donna, Alberto Selva, ha puntato la sua arringa finale sulla mancanza di prove relativamente ai reati presupposto. “Non c’è prova che quei soldi siano frutto dei reati contestati al convivente, anzi, abbiamo presentato documentazione che attesta come fossero frutto della vendita di  un appartamento, di eredità, di liquidazione da una attività lavorativa e di provento di attività lecita”. La difesa ha anche sostenuto come non vi fosse coincidenza temporale tra i furti contestati allo Stangolini e i versamenti sui conti sammarinesi, “versamenti, tra l’altro, di importi più contenuti rispetto alle cifre contestate come provento di reato”. La difesa ha dunque sostenuto non coincidenza di tempi e importi.

“Non c’è una prova – ha aggiunto il difensore – della consapevolezza della mia assistita circa la provenienza del denaro”. Chiesta l’assoluzione, dunque, anche per difetto dell’elemento psicologico. Dello stesso avviso il condifensore, l’avvocato Francesco Mazza. “Stangolini disponeva di redditi cospicui da attività lucrose lecite. Nelle contestazioni si dice addirittura che avesse auto con la targa che poteva ruotare per fare perdere le proprie tracce, come quella di Diabolik. E un criminale così sofisticato porterebbe denaro rubato da bancomat ad una banca sapendo che potrebbe essere segnato o colorato con inchiostro particolare anti-furto? Non mi pare che stia in piedi questa suggestione. Stangolini, è vero, ha avuto traversie giudiziarie, ma queste non hanno mai coinvolto la compagna e il gli averi di questa famiglia non venivano dal solo crimine: le somme arrivate a San Marino erano effettivamente frutto della loro attività lavorativa che si potevano permettere di lasciare a frutto”. Di qui la richiesta ribadita dall’avvocato Francesco Mazza di assoluzione

Il giudice Gilberto Felici ha alla fine emesso sentenza di condanna a 4 anni di prigionia, appunto, oltre ad una multa di 1.000 euro e l’interdizione a un anno e 2 mesi. Oltre a questo il giudice ha stabilito la confisca delle somme già sequestrate, pari a 411.076,36 euro, più la confisca per equivalente fino alla concorrenza di 2.700 euro. La difesa sta valutando l’appello.

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