San Marino. Inaugurazione dell’Anno Giudiziario, Antonio Fabbri

San Marino. Inaugurazione dell’Anno Giudiziario, Antonio Fabbri

Inaugurazione dell’Anno Giudiziario: “Le luci superano di gran lunga le ombre”

Il Dirigente Giovanni Guzzetta ha tracciato il quadro della situazione senza tralasciare riferimento ai rapporti tra politica e tribunale

Antonio Fabbri

Torna la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario dopo undici anni. L’ultima volta fu nel 2009. Lo ha ricordato lo stesso Dirigente del Tribunale, Giovanni Guzzetta nel suo intervento: “Si riprende così una tradizione, inspiegabilmente abbandonata, dopo le due inaugurazioni del 14 aprile 2008 e del 26 marzo 2009, promosse dall’allora Dirigente Dott.ssa Valeria Pierfelici”, ha detto, sottolineando, poi, come si sia trattato di una occasione ancor più eccezionale “anche per la presenza – oltre che delle più alte autorità nazionali – anche di Illustri ospiti stranieri, quali il Dott. Giovanni Mammone, Primo presidente della Suprema corte di Cassazione italiana, Cosi come il Dott. Giovanni Salvi, Procuratore Generale Presso la Cassazione, Il Dott. Maurizio Block Procuratore Generale Militare presso la Cassazione, Il Dott. Raffaele Sabato, Giudice della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”. Quindi ha aggiunto: “La presenza dei più alti vertici della magistratura ordinaria italiana oltre che del Giudice Italiano presso la Cedu, è per il Tribunale motivo di incommensurabile soddisfazione e, credo, rappresenti, per l’intero Paese, un segno di straordinaria attenzione e rispetto, anche da parte di esponenti autorevolissimi dei sistemi giudiziari di altri ordinamenti nazionali e sovranazionali”.

A introdurre i vari interventi, alla presenza dei Capitani Reggenti Luca Boschi e Mariella Mularoni, il Giudice di Terza istanza civile, Michele Sesta.

Primo a parlare il Segretario di Stato alla Giustizia, Massimo Andrea Ugolini, che ha richiamato all’identità e alle peculiarità dell’ordinamento sammarinese e ha richiamato i principi fondamentali dell’ordinamento contenuti nella Carta dei Diritti, rimarcando il preambolo che reca il “fermo proposito di ripudiare ogni concezione totalitaria di stato” e il ripudio della guerra sancito dall’articolo 1. “Principi che erano già consolidati nella nostra antica realtà e resi tangibili dall’accoglienza verso tutti coloro che richiesero rifugio nella Repubblica della Libertà”. Poi ha citato Piero Calamandrei, e il suo discorso intitolato “San Marino esempio europeo”. “Giurista che l’Europa e anche San Marino hanno avuto l’onore di conoscere – ha detto il Segretario Ugolini – affermò: ‘ciò che fa la stabilità degli Stati non è tanto la perfezione tecnica dei loro ordinamenti costituzionali quanto lo spirito che i popoli ci mettono dentro’. Quello stesso spirito trova occasione di rafforzarsi in giornate come quella di oggi, informate ad un sereno e virtuoso dialogo. Il mio augurio verso la platea è di svolgere i propri compiti con la costante consapevolezza della nostra identità avendo cura di rispettarla sempre e difenderla costantemente”, ha concluso il Segretaruio.

E’ poi intervenuta la presidente dell’Ordine degli Avvocati e Notai, Maria Selva.

Due le sottolineature importanti dell’avvocato Selva “Ci auguriamo – ha detto – siano superati i tempi in cui c’è stata l’estromissione della classe forense dalle dinamiche decisionali” ed ha aggiunto “non possiamo astenerci dal denunciare la necessità di una riforma del processo penale, da fronte di norme carenti che dimenticano l’importanza che il processo penale riveste in un democrazia matura”. A chiudere gli interventi della mattinata è stato il Dirigente del Tribunale Giovanni Guzzetta che non ha nascosto le tensioni del periodo. “Seppur con questo spirito di gioia – ha detto – non possiamo nasconderci che questa inaugurazione si svolge in un momento particolarmente complesso della vita giudiziaria del Paese. Eppure, come in ogni momento complesso e talvolta critico, sono tanti i segnali che offrono la serena coscienza di una prospettiva di miglioramento”. Tra questi indica i contenuti della relazione sullo stato della giustizia che riporta, tra gli altri dati incoraggianti, come nell’ambito della giustizia civile l’arretrato sia ridotto notevolmente nel 2019.

Proprio sulla relazione sullo stato della giustizia, già trasmessa lo scorso 3 febbraio ai soggetti istituzionali, Guzzetta chiarisce: “Vorrei a proposito di tali adempimenti rassicurare quanti, anche in sedi ufficiali, hanno manifestato preoccupazioni – non sempre a mio parere con linguaggio ispirato a criteri di continenza – sulle modalità di diffusione della relazione medesima. E’ evidente, infatti, che trattandosi di un atto di ufficio imputato al Dirigente del Tribunale, su di esso gravano doveri di comunicazione prescritti dalla legge che, come detto, sono stati puntualmente osservati. In assenza di obblighi di Segretezza o riservatezza, del tutto assenti nell’ordinamento positivo sammarinese, seguendo peraltro una prassi del passato, ad esempio nei confronti dei Magistrati del Tribunale si è esercitata altresì la facoltà di invio per conoscenza ad altre autorità istituzionali e operatori del settore della giustizia certamente coinvolti a vario titolo nell’esercizio di tale funzione.

L’ulteriore divulgazione anche a mezzo stampa, avvenuta successivamente, e certo non imputabile a questo ufficio, non può, peraltro, ritenersi contra legem, atteso anzi l’orientamento consolidato delle organizzazioni internazionali, a partire dal Consiglio d’Europa e sue articolazioni, di valorizzare e raccomandare la più ampia trasparenza e il più ampio coinvolgimento del pubblico e dei cittadini negli affari relativi all’amministrazione della giustizia. Non può non suscitare, anzi, qualche perplessità che si offre al dibattito pubblico sull’argomento, anche in vista dell’ampio intervento riformatore annunziato dal Governo, la circostanza che gli atti e i verbali degli organi di autogoverno della magistratura godano a tutt’oggi in San Marino di un regime di totale riservatezza e segretezza che contrasta con gli orientamenti menzionati e che è stato altresì oggetto, sotto un particolare profilo, attenzione da parte del Collegio Garante di costituzionalità delle norme nel 2019. Come del resto ricordato dal Parere n. 1 O del Consiglio Consultivo dei Giudici sistema giudiziario, il Consiglio giudiziario deve agire con trasparenza ed essere accountable (responsabile, ndr.) per le sue attività”.

Richiamando la difficoltà del periodo, il Dirigente Guzzetta ha posto l’accento sullo stallo dei processi che riguardano magistrati e la necessità che il legislatore intervenga con norme relative alla responsabilità dei magistrati, come tra l’altro il Collegio Garante ha già raccomandato.

Posto l’accento anche sulla carenza di organico in tribunale, che non riguarda solo i togati, ma anche il personale amministrativo, “condizioni che mettono a rischio la possibilità di assicurare le condizioni minime di buon funzionamento del tribunale”, ha detto il Dirigente, considerato, tra l’altro, che non “è possibile contare oltre ogni legittima misura sullo spirito di abnegazione ampiamente dimostrato dal personale in servizio”. Il Dirigente, rimandando alla relazione, ha però fornito alcuni dati.

Quanto alla sezione penale ha evidenziato i numeri dei procedimenti di riciclaggio, nel 2019: 44 in istruttoria, 6 i rinvii a giudizio e 13 le sentenze di primo grado. 21milioni e 200mila euro le confische. Sulle confische per equivalente ha rimarcato con favore “la disponibilità delle autorità estere” in particolare l’Italia, per l’individuazione dei beni da assoggettare a confisca e i relativi provvedimenti.

Il Dirigente ha voluto in particolare menzionare i procedimenti nei quali le indagini interessano reati di riciclaggio internazionale.

Un riferimento al processo Mazzini: “Si tratta, come è noto di un processo particolarmente impegnativo sia per la delicatezza e la complessità delle questioni di fatto e diritto che dovranno essere affrontate, sia per le sue inaudite dimensioni, che non hanno precedenti nella storia giudiziaria sammarinese. 21 imputati, 6 società, somme coinvolte tra i 150 e i 200 milioni di euro. Decine e decine di faldoni di atti; una sentenza di primo grado di oltre seicento pagine, una previsione di almeno quindici-venti udienze di trattazione; motivi di appello e memorie conclusionali che ammontano nel complesso a più di 1500 pagine. Il tutto da trattare da parte di un giudice monocratico in forza della previsione costituzionale che esclude la costituzione di collegi giudicanti nell’ambito della giuirisdizione ordinaria. Mi sia consentito in questa sede, pertanto, manifestare tutto il sostegno del Tribunale e, sono certo, delle istituzioni sammarinesi al lavoro che il Giudice, Prof. Francesco Caprioli si accinge a compiere”.

Rilevato, tra le criticità, il problema delle prescrizioni processuali. 720 i procedimenti a rischio su un totale di 1700 fascicoli pendenti al 31 ottobre 2019. In ambito civile e amministrativo il numero dei processi pendenti è elevato e forte è la sofferenza nella produttività delle sentenze che paga l’assenza dei giudici civile e amminsitrativo di appello. Dato positivo, quello dello smaltimento dell’arretrato, diminuito nel 2019 del 65%.

Secondo il Dirigente, insomma, “le luci superano di gran lunga le ombre. Se infatti i nodi maggiormente critici (la situazione dell’appello civile e amministrativo e della prescrizione processuale) sono chiaramente conseguenza di specifiche e identificabili cause, aggredite le quali è ben possibile immaginare una prossima inversione di tendenza, per ciò che riguarda i risultati positivi si può ritenere che il tempo possa giocare a favore di una ancor maggiore efficienza del sistema”.

Richiamando gli organi di autogoverno della magistratura, al centro anche del dibattito consigliare di questi giorni, il dirigente Guzzetta ha citato la Commissione di Venezia e auspicato l’uscita dei parlamentari dal Consiglio giudiziario oltre all’abolizione del periodo di prova dei magistrati. “Un metodo appropriato per garantire l’indipendenza giudiziaria consiste nell’istituire un consiglio giudiziario che dovrebbe essere dotato di garanzie costituzionali sulla sua composizione, potere e autonomia. Tale consiglio dovrebbe avere influenza determinante nella nomina e promozione dei giudici e nell’assumere provvedimenti disciplinari nei loro confronti”.

Il Dirigente ha richiamato anche come la stessa Commissione di Venezia raccomandi che “‘In ogni caso, il Consiglio giudiziario dovrebbe avere un composizione pluralistica (…) Con l’eccezione di membri di diritto, tali giudici dovrebbero essere eletti o nominati dai loro pari”.

Poi, non entrando nel merito della legge recentemente approvata in Consiglio, ha evidenziato come gli organismi sovranazionali – il Consiglio Consultivo dei Giudici europei – indichino sempre il metodo: “Prima della sua deliberazione in parlamento, il consiglio giudiziario dovrebbe essere consultato su tutte le proposte di legge destinate ad avere un impatto sull’ordine giudiziario”. Cosa che in tutta evidenza cozza con quanto fatto dalla maggioranza con la nuova legge qualificata sull’ordinamento giudiziario.

“Ciò detto – ha aggiunto il Dirigente del Tribunale – la solida fiducia nello stato di diritto non può che lasciarci del tutto tranquilli sulla circostanza, valevole in generale, che eventuali profili di incongruenza o illegittimità di qualsiasi intervento dei poteri pubblici siano essi legislativo, esecutivo o giudiziario, troveranno sempre nell’ordinamento dei presidi di garanzia e di accertamento. Questa è la fiducia che si deve avere nel diritto.

Una convinzione che dovrebbe tranquillizzare gli animi di tutti”, ha detto Guzzetta

 

 

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