Cosa ha ricollegato la Serenissima Repubblica di Venezia alle Serenissima Repubblica di San Marino, indicata, fin dal Seicento, come la sua sorella minore? La cricca che sta emergendo dalla indagine Chalet.
Gianfrancesco Turano di L’Espresso: Serenissima cricca / Le grandi opere del Veneto, Mose in testa. Una pioggia di fondi pubblici.
Un giro di fatture false. E ora tre arresti eccellenti
Dighe e arresti sono arrivati insieme il 28 febbraio. Giustizia a orologeria? A
Venezia avranno usato un cronometro da gara. Nello stesso giorno in cui
sbarcavano a Porto Marghera le prime paratoie anti-inondazione del Mose, l’acqua
alta giudiziaria ha messo in crisi l’ecosistema politico-affaristico che per
venticinque anni ha governato la laguna e buona parte del Veneto grazie ai
finanziamenti pubblici per il Mose (5,7 miliardi di euro), realizzato dal
Consorzio Venezia Nuova (Cvn), e per altri grandi opere.
L’inchiesta per
associazione a delinquere e frode fiscale è stata battezzata “Chalet”,
traduzione beffarda del cognome dell’arrestato più in vista, Piergiorgio Baita,
amministratore delegato della Mantovani, l’azionista di riferimento del Cvn, e
uomo forte del consorzio presieduto da Giovanni Mazzacurati. (…)
Sulla metodologia di questo gruppo di potere che in poco tempo è diventato
dominante sulle infrastrutture venete si è dilungata anche Claudia Minutillo, 48
anni, arrestata assieme a Baita e al faccendiere bergamasco William Ambrogio Colombelli, ex consigliere della Nuova Garelli di Paolo Berlusconi con villa a
Santa Margherita Ligure, barca a Portofino e “cartiera” a San Marino, dove la
sua Bmc consulting emetteva fatture false intestate al Consorzio Venezia Nuova
in cambio di una provvigione ragionevole: su 10 milioni di euro, lui se ne
teneva 2. Il resto veniva ritirato da Minutillo nelle sue frequenti visite al
Titano e distribuito.
Distribuito a chi, hanno chiesto i giudici. A
differenza del molto taciturno Baita, difeso dall’avvocato Piero Longo (lo
stesso di Silvio Berlusconi ), Minutillo ha risposto nel corso di sei ore di
interrogatorio secretato e – si presume – in modo convincente, visto che è
tornata a casa agli arresti domiciliari. (…)
Leggi l’articolo di Gianfrancesco Turano, L’Espresso, pubblicato il giorno 18 marzo
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