San Marino. Informazione, Carlo Romeo: cambiate quella legge

San Marino. Informazione, Carlo Romeo: cambiate quella legge

Informazione, parla Carlo Romeo: La legge attuale va cambiata

Andrea Lattanzi

Va cambiata l’attuale legge sull’informazione perché è “complessa e costruita su una legge italiana del 1939”. Lo chiede apertamente al nuovo governo il direttore generale di San Marino Rtv, Carlo Romeo, che in un’intervista esclusiva concessa al nostro giornale non solo ci aggiorna su alcune questioni importanti che riguardano molto da vicino l’emittente radiotelevisiva sammarinese, come la redistribuzione delle frequenze televisive e la ricerca della nuova sede, ma esprime anche una sua accurata analisi sull’attuale classe politica della Repubblica più antica del mondo.

Direttore Romeo, quali sono le cose fatte bene e quali, invece, fatte male dal governo targato Adesso.sm? Il nuovo governo lo considera preparato per la risoluzione dei problemi presenti nella Repubblica di San Marino? “A San Marino Rtv rivesto due ruoli che spesso nelle altre aziende sono antitetici. Quello di manager come dg della Radiotelevisione di Stato e quello totalmente diverso di giornalista in quanto direttore responsabile per legge della testata e dei suoi contenuti. Due cose profondamente diverse fra loro. Parlo quindi come giornalista in questo caso. Adesso.sm, a mio avviso, ha pagato uno squilibrio forse dovuto al fatto che il primo turno era stato vinto dagli avversari e si è dovuto varare in velocità e con urgenza un governo. In più, l’ho scritto in tempi non sospetti, con il 30% dei voti, si deve cercare un dialogo con opposizioni e parti sociali mentre in alcuni contesti di governo ha prevalso una sorta di arroganza che francamente ha fatto più danni che altro. Ciò detto nell’ambito degli squilibri e della mancanza di un gioco di squadra, alcune segreterie hanno fatto il loro con attenzione e responsabilità, altre erano francamente quasi imbarazzanti. Forse, se ci fosse stato al momento della sostituzione alle Finanze anche un cambio nelle segreterie palesemente più deboli o inadeguate, condividendo, o provando a condividere, le sostituzioni con le opposizioni, forse quel governo sarebbe andato a scadenza. Nel nuovo governo vedo più squadra, più attenzione condivisa ai problemi con un ragionevole ottimismo concreto. C’è poi molta esperienza da parte di alcune forze storiche e professionalità politica da parte di quelle più recenti. Arrivare documentati in Aula, non sottovalutare i curriculum e i dossier non capita ovunque e sempre purtroppo. Oramai in politica i tempi delle improvvisazioni e delle soluzioni sui social sono finiti. La lezione dei 5 Stelle in Italia è lì a confermarlo. D’altronde stare all’opposizione è comunque una grande scuola di professionalità politica, basti vedere il Pci che in Italia ha governato 40 anni dall’opposizione, tanto per fare un esempio. Comunque esiste uno scadenzario che questo governo ha definito e questa è la cosa migliore per tirare bilanci e relativi pit stop”.

La legge sull’informazione è tuttora in stand-by. Quali contenuti del provvedimento vanno cambiati e quali, invece, confermati? “Ho sempre detto che è una legge complessa, costruita su una legge italiana del 1939. Si poteva copiare di più e meglio da leggi più recenti, penso a quelle dei Paesi scandinavi. Ho sempre polemizzato in difesa delle nomine parlamentari per le Autorità, compresa quindi quella per l’Informazione, per la ragione molto semplice che in democrazia il Parlamento è sovrano assoluto e un organismo di controllo a nomina parlamentare non può mai essere condizionato da vincoli corporativi o di qualsiasi altra natura. Sono stato attaccato pesantemente per questa mia posizione, ma sono disponibile a discuterne con chiunque ovunque. Il Parlamento nomini pure cinque giornalisti, se vuole, ma lo deve fare in piena coscienza e senza vincoli, per intenderci. La paura del Parlamento che fa il suo dovere è la paura della democrazia”.

Come giudica il 2019 di San Marino Rtv e come sarà il 2020 per l’emittente radiotelevisiva di Stato? “Il 2019 è stato un anno molto complesso. L’inversione del mercato pubblicitario in cui, pur mantenendo ancora la leadership la tv, si avverte il suo calo rispetto ai nuovi media, ha colpito anche Rtv. In più abbiamo messo in bilancio l’unico nostro Npl realmente impegnativo che, nonostante i nostri vari tentativi di recupero, dobbiamo ormai dare per perso. Dispiace ma gli Npl vanno smaltiti per tempo, altrimenti diventano un problema. È l’unico caso che abbiamo avuto ma pazienza. Insomma non chiuderemo per tante ragioni in attivo questo primo anno del terzo triennio e del terzo piano industriale triennale, ma la situazione è sotto controllo anche perché continuiamo nel trend della riduzione delle spese. Sono i ricavi che ci hanno traditi l’anno passato. Per quanto concerne le proposte, occorre dire che noi siamo principalmente produttori di contenuti. Il palinsesto 2019-2020 che abbiamo presentato lo scorso settembre sta andando molto bene, nonostante i limiti di budget. Oltre programmi storici come quello sulla salute di Luciano Onder, per il calcio quello con Italo Cucci ed Eraldo Pecci, la poesia in prima serata con Davide Rondoni, cioè tutto il top della offerta televisiva, sono partiti la settimana scorsa il ciclo di film ‘Tempi Migliori’, dove si possono vedere per le nuove generazioni e rivedere per quelli come me i migliori film del cinema italiano degli anni ‘70 e ‘80, presentati da Giancarlo Dotto. Gassman, Loren, Sordi, Tognazzi, Manfredi, Mastroianni, Vitti, Risi, Monicelli e Scola sono solo alcuni esempi, tanto per capirsi. E poi il nuovo programma di Alan Friedman, ‘Il colore dei soldi’, che è appena partito e che racconta la finanza attraverso il cinema”.

Sono avvenuti cambiamenti all’interno della redazione di San Marino Rtv nell’ultimo anno? “Sì e sono stati cambiamenti importanti. Prima Sonia Tura poi Sergio Barducci in redazione, due professionalità che hanno accompagnato Rtv dalla sua nascita e cui Rtv deve moltissimo. Colgo l’occasione per ringraziarli anche da queste pagine. Anche Pino Cesetti che ha avuto la responsabilità della radio dalla sua nascita e del settore commerciale è una assenza che ci e mi mancherà molto. La sua conoscenza del mezzo radiofonico, la sua attenzione al mercato, ma anche la sua capacità di sdrammatizzare situazioni e problemi non è da poco. Per Sonia e Sergio abbiamo già da tempo ricostruito una linea del Tg che ha Silvia Pelliccioni caporedattore centrale, Anna Sirotti caporedattore (che ha anche il coordinamento palinsesto tv) e Monica Fabbri vicecaporedattore. Squadra affiatata che lavora in team. Mi diverte vedere le consegne che si passano da una edizione all’altra. Pagine e pagine ma è giusto così e solo così che si fa squadra. Fare squadra forse è l’unica cosa che mi piacerebbe lasciare quando andrò via perché sono convinto che se si sa fare tutti squadra le cose marciano sempre. Non è facile ma è il segreto per vincere. Per il commerciale ho la responsabilità io da un anno e andrà avanti così. Abbiamo fatto un contratto, peraltro in emergenza, visto che un’altra delle nostre colonne, Paolo Crescentini, da un giorno all’altro è stato cooptato per la sua esperienza al Turismo, con una società che può per contratto operare anche come procacciatrice di pubblicità, il cui titolare ha avuto modo di lavorare in questi anni nel team governativo che seguiva le frequenze. Non mi ha chiamato nessuno e non ho sentito nessuno, nel caso questo sia di qualche interesse. È mia abitudine, come ormai sanno tutti a Rtv, di sbagliare di testa mia e ho una testa piuttosto dura”.

Cosa ci può dire sulle questioni frequenze tv e nuova sede? È ancora tutto fermo o ci sono nuovi sviluppi? “Ci sono delle scadenze internazionali ormai prossime. Basti pensare che il 20 maggio prossimo in Emilia Romagna va spento il canale 51 e che comunque entro il 2020 deve essere ridefinita la convenzione con l’Italia. Per la prima volta abbiamo richiesto a uno dei migliori esperti di fare una perizia sul valore dei canali sammarinesi. Difficile trattare senza sapere quale è realmente il valore dei propri titoli. Un’altra novità di questa trattativa è quella di considerare capidelegazione i reciproci Esteri. In precedenza è sempre stato il ministero delle Telecomunicazioni italiano a correlazionarsi ma si tratta di un errore di prospettiva anche qui ultraventennale. Se, per dire una tv locale ha problemi, tratta con il ministero delle Tlc ma se è una radiotelevisione di uno Stato estero, San Marino come Malta o come la Francia o la Germania, l’interlocutore formale è la Farnesina. La settimana scorsa con la presidente Lorella Stefanelli abbiamo incontrato i nuovi vertici Eras, i segretari agli Esteri Luca Beccari e all’Informazione Teodoro Lonfernini, che hanno manifestato massimo interesse alla vicenda. Anche per la nuova sede, che è ormai una vera e propria emergenza, ricordo che la Rsa in merito ha dichiarato lo stato di agitazione, abbiamo riscontrato una volontà concreta e operativa per risolvere una volta per tutte il problema”.

Com’è attualmente il rapporto con la Radio televisione italiana (Rai) dopo il taglio del contributo annuale a San Marino Rtv? “I rapporti al momento sono ottimi. C’è piena sintonia sulle frequenze, ci sono segnali di apprezzamento e stima per il nostro lavoro, da novembre siamo gli sperimentatori della nuova tecnologia 8K per la Rai, come dire provare un prototipo di F1, e stiamo lavorando per rafforzare il rapporto con Rai Pubblicità. I tagli non li ha fatti la Rai visto che il finanziamento è del governo italiano, ma appunto Palazzo Chigi che ha effettuato tagli lineari che hanno colpito tutte le testate. Si tratta appunto di rivedere la convenzione anche in questo contesto”.

 

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