Una riflesione di Carlo Franciosi tratta da L’informazione di San Marino di mercoledì 22 giugno:
Carlo Franciosi La Babele nostrana
Solo per i pochi sprovvisti di conoscenze bibliche, ricordo che il mito della torre di Babele si riferiva all’intervento stizzito del Creatore il quale, per bloccare l’orgogliosa costruzione di una torre che doveva arrivare a lambire gli spazi celesti e per punire l’ambizione degli uomini, provocò una tale confusione di linguaggio tanto che non si capirono più tra loro e vennero dispersi sulla terra.
Mi servo della narrazione di questo mito, tante volte riproposto, per stigmatizzare il comportamento del mondo politico sammarinese che non riesce a trovare un linguaggio comune e si sta impegolando in situazioni sempre più intricate, tanto da far pensare al maligno disegno di qualche onnipotente locale, che sparge zizzania per tenere in mano le sorti del Paese. Le forze (o debolezze?) politiche sono tutte sotto esame.
A cominciare da quelle di sinistra che hanno imbandito il “tavolo riformista”, intorno al quale in teoria si sarebbero seduti in parecchi, ma che rapidamente si è trasformato in una porta girevole con gente che entra ed esce a seconda del garbino, anche perché in diversi sono ancora nel dubbio se invitare al convivio l’eterna Dc. Infatti, pur spennacchiata com’è, la ritengono indispensabile per ogni ipotesi di governo (bontà loro!).
In effetti sono più preoccupati di controllarsi a vicenda nella concorrenza interna, che non di relegare una buona volta il partito, che da decenni strapazza il Paese, in una tranquilla posizione d’angolo dove leccarsi le ferite e le rogne e per fare un serio esame di coscienza, pratica che per i pii dc dovrebbe essere di routine.
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