Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Intanto la Gendarmeria visita la sede di Unione per la Repubblica, tolleranza zero contro i simboli dei partiti affissi anche sulle vetrate / Giro di vite sulla propaganda abusiva / Noi sammarinesi mette una mongolfiera sulla sede, gli Interni la fanno “sgonfiare”
Giro di vite sulla propaganda abusiva. Gendarmi setacciano
le sedi dei partiti alla ricerca
di irregolarità mentre giungono
copiose le segnalazioni alla segreteria
agli Interni sui presunti casi-limite.
L’ultimo segnalato è quello della
mongolfiera che, ieri, si ergeva dal
terrazzo della sede di Noi sammarinesi:
la legge
vieta l’esposizione
delle insegne
del partito
anche a
«palloni o
aerostati
ancorati al suolo», ma non sono fuori
legge quelle affisse alle sedi delle forze
politiche. Gli Interni precisano:
ammesse «solo» le insegne normali,
non di certo le mongolfiere. E Noi
sammarinesi la toglie di mezzo: alle
12 l’aerostato è stato sgonfiato e rimosso.
Insomma, la tensione è alta, tanto
che pure le forze dell’ordine sono precettate
alla ricerca di eventuali irregolarità
facendo visita – negli ultimi
due giorni – a un paio di sedi di partito,
tra cui quella “distaccata”
dell’Unione per la repubblica. (…) Ogni giorno ce n’è una,
ma la luce in fondo al tunnel comincia
a vedersi: mancano nove giorni
alla fine della campagna elettorale,
dopodiché impererà il silenzio che
si annuncia anch’esso “complicato”.
Quindi, il pallone su Noi sammarinesi:
sul caso è dovuta intervenire la
Parva Domus. «Domenica scorsa abbiamo
chiesto ad un partito di rimuovere
i propri manifesti dalle vetrine
della sede temporanea della propria
coalizione», si legge nella nota. Ora
pure le mongolfiere. Ma gli Interni si
appellano ad evitare il clima di caccia
alle streghe: «basta una telefonata
per riparare agli errori». «Tutti abbiamo
compreso la motivazione di
queste disposizioni: evitare che le liste
distribuiscano manifesti ed immagini
elettorali sul territorio con la
scusa dell’affitto di spazi privati (con
visibilità pubblica). In questo modo
infatti si elude un chiaro divieto di
legge», chiosa il segretario di Stato
Valeria Ciavatta.