San Marino. L’appello di 127 imprenditori alla Reggenza: “Nessuno ci aiuta”

San Marino. L’appello di 127 imprenditori alla Reggenza: “Nessuno ci aiuta”

La lettera di 127 imprenditori alla Reggenza: “Dal governo tanti annunci e zero fatti”

“Con grande rammarico, ci vediamo costretti ad appellarci alla massima istituzione del nostro Paese al fine di vedere rispettati e garantiti i nostri diritti di imprenditori e di lavoratori autonomi della Repubblica di San Marino”. Questo è il motivo che ha spinto ben 127 operatori economici del Titano a scrivere una lettera per poi inviarla ai Capitani Reggenti, Alessandro Mancini e Grazia Zafferani.

“Come ben sapete l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha imposto una serie di misure di restrizione e di distanziamento sociale senz’altro indispensabili per combattere questa terribile pandemia che si è abbattuta con estrema violenza sulla nostra popolazione – si legge nella missiva -. Ciascuno di noi ha sin da subito fatto la propria parte con senso del dovere, rispettando le regole e le ordinanze introdotte in questo periodo perché, prima che operatori economici, siamo cittadini e sappiamo bene che da questa situazione se ne può uscire solamente con disciplina e responsabilità”. I firmatari della lettera sostengono di essere “da troppo tempo completamente abbandonati dal governo, dalle associazioni di categoria e più in generale da chi dovrebbe lavorare nell’interesse del sistema economico sammarinese”.

Sempre a detta del gruppo di imprenditori, lavoratori autonomi e liberi professionisti, “a tutt’oggi sono stati fatti solamente proclami e annunci, puntualmente disattesi, da parte dei segretari di Stato che a turno sono intervenuti nelle varie conferenze stampa, con lettere agli imprenditori e ai lavoratori, con dirette via social network, eccetera”. Nei suddetti interventi, spiegano gli autori della missiva, “ogni segretario rivolge alla nostra categoria elogi e ringraziamenti” e “ad ogni occasione si ripete che gli imprenditori, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti rappresentano l’ossatura del sistema economico sammarinese, grazie ai continui versamenti che effettuano all’erario dello Stato e grazie anche al personale dipendente a cui viene data occupazione e per questo devono essere aiutati con importanti misure a loro sostegno”. Ma “dopo le belle parole non sono seguiti i fatti”, si lamentano i 127 operatori economici sammarinesi che poi aggiungono: “Durante questo lungo periodo i costi aziendali sono rimasti sostanzialmente i medesimi; l’accesso al credito bancario rimane molto complicato e pertanto le misure di rinvio di qualche scadenza, così come introdotto dai decreti in vigore, risulta del tutto insufficiente”. (…)

Articolo tratto da La Serenissima

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