San Marino. Lavoratrice beffata dall’azienda, che sfrutta una norma che non tutela i lavoratori

San Marino. Lavoratrice beffata dall’azienda, che sfrutta una norma che non tutela i lavoratori

Lavoratrice beffata dall’azienda, che sfrutta una norma che non tutela i lavoratori

Appello all’attuale Segretario per il Lavoro affinché corregga e modifichi le norme più contestate e penalizzanti del Decreto 156/2011 sugli invii al lavoro, che consentono alle aziende di adottare comportanti scorretti 

di Emanuel Santolini – Funzionario CSdL 

Quella che raccontiamo è la storia di una giovane lavoratrice sammarinese; una storia che testimonia l’assurdità di alcune norme sul collocamento al lavoro, in particolare l’articolo 20 del decreto 156 del 2011 (il cosiddetto “decreto Mussoni”), poi trasformato in legge, e quanto siano dannose e penalizzanti per i lavoratori, soprattutto quelli più giovani, verso i quali lo Stato e il sistema economico dovrebbero avere una maggiore attenzione, in quanto sono il futuro di San Marino.

Tale articolo prevede la possibilità per le aziende di avere lavoratori in addestramento o formazione, senza nessun obbligo di assunzione, e nemmeno, pensate, di retribuzione. Infatti i lavoratori sono retribuiti dallo Stato attraverso le relative indennità. La durata massima di questo periodo è di 2 mesi, ma l’azienda può decidere, anche prima della scadenza, di assumere il lavoratore. Quello che è ancora più assurdo è che non è previsto un limite di utilizzo da parte dell’azienda di questa forma di prova. Chi vigila sulle speculazioni? 

Questa lavoratrice ha iniziato nel febbraio 2013, presso un’azienda del settore commercio, il periodo di “prova” in base al suddetto articolo 20. Durante il periodo, l’azienda ha proposto alla lavoratrice un contratto a tempo indeterminato, che lei ha accettato di buon grado; le due parti hanno quindi firmato un vero e proprio contratto di assunzione, che decorreva dal primo aprile di quest’anno.

Ebbene, solo dieci giorni dopo la firma del contratto, e due giorni prima della data di avvio del contratto, l’azienda, smentendo se stessa e con un comportamento quanto meno beffardo, ha incredibilmente presentato una lettera per comunicare alla lavoratrice di non aver superato il periodo di prova. L’azienda ha agito con le spalle coperte, poiché il decreto, purtroppo, permette questi comportanti così scorretti e lesivi della dignità dei lavoratori. A questa giovane è stato inferto un colpo durissimo e una ferita profonda: ha impiegato del tempo in un’azienda, tempo molto prezioso che poteva invece impiegare per trovare un altro lavoro in una realtà ben più seria, mentre il periodo di mobilità va avanti. Al termine della mobilità manca un mese, e non ha nessuna prospettiva di lavoro. Tra un mese dunque la lavoratrice smetterà anche di percepire questo ammortizzatore sociale. 

Ci appelliamo all’attuale Segretario di Stato per il Lavoro Iro Belluzzi affinché provveda a correggere questa norma, assieme alle altre del suddetto decreto contestate dal Sindacato, a tutela dei lavoratori, per evitare comportanti così platealmente scorretti, assunti sulla pelle e in dispregio delle persone in cerca di lavoro, che vengono illuse e trattate in modo indegno per un paese civile. Non è certamente così che si possono trattare i giovani, che sono il bene più prezioso che ha questo paese, ma consentendo loro di lavorare nel rispetto dei loro diritti e della loro dignità.

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