“Speriamo che questa liquidità in arrivo sia usata con intelligenza, in ragione del fatto che, una volta concessa, va appunto restituita in tempi molto brevi, e non magari per foraggiare qualche “grande elettore” bisognoso di aiuto”.
Repubblica futura commenta così la notizia della linea di credito concessa dalla BCE alla Banca centrale di San Marino, notizia che il partito di opposizione “saluta con favore”.
“Leggendo tuttavia il comunicato sul sito della Bce – scrive Rf – si possono evincere (al di là delle trionfalistiche dichiarazioni locali) le caratteristiche di questa linea di liquidità:
- si tratta di operazioni cosiddette di “Repo”: tradotto, il prestito arriva solo se c’è un’adeguata garanzia (vale a dire titoli di Bcsm “accettabili” per la BCE). Queste garanzie, peraltro, ragionevolmente dovrebbero esserci, viste le tipologie di investimenti solitamente molto prudenziali di Bcsm;
- questi “Repo” possono essere effettuati fino al Giugno 2021 (salvo estensioni) e fino ad un valore di 100 milioni di euro, ma ogni prestito, se concesso, va restituito entro massimo 3 mesi! In altre parole: o il sistema finanziario è in grado di restituire questi prestiti in brevissimo tempo oppure Bcsm non sarà in grado di onorare il pagamento e la BCE si terrà le garanzie (e quindi Bcsm ridurrà il suo monte titoli e le sue entrate);
- i prestiti servono solo per eventuali tensioni di liquidità delle banche ed in generale del sistema finanziario, ma non possono finanziare lo Stato; in più, possono finanziare tensioni di liquidità di brevissimo periodo (proprio in ragione del fatto che vanno restituiti rapidamente), non certo problemi di liquidità strutturali eventualmente esistenti;
- San Marino non è l’unica beneficiaria di questa operazione da parte della Bce che, evidentemente, ha deciso di aprire linee di credito con vari paesi non facenti parte dell’UE o dell’area Euro, di importi diversi e per tempistiche diverse ma dalle caratteristiche simili. Come si può evincere dal sito della Bce pima di noi sono state finanziate Nord Macedonia (fino a 400 milioni), Ungheria (fino a 4 miliardi), Serbia (fino a 1 miliardo), Albania (fino a 400 milioni) e Romania (fino a 4,5 miliardi).
“Ben venga quindi questa opportunità in più – conclude la nota – che prima mancava ma che comunque ci vede ultimi di una serie di altri paesi ad avere beneficiato di questa linea di credito dalla Bce”.
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