Repubblica futura: “La politica si vendica del giudice che l’ha indagata e mandata a processo”
Antonio Fabbri
“La politica indagata e rinviata a giudizio si vendica del magistrato che l’ha indagata e posta sotto processo”. Questa in sintesi è l’inquietante sintesi fatta da Repubblica futura su quanto sta accadendo in questi giorni, con una azione concentrica orchestrata da maggioranza assieme a vertice di Banca Centrale e a parti del Tribunale per fare fuori, dopo il dirigente Giovanni Guzzetta, anche il commissario della legge Alberto Buriani. La manovra è evidente e passa anche per i tempi, quelli frettolosi, della convocazione della Commissione Affari di Giustizia prevista per oggi, e quella di domani del Consiglio giudiziario plenario, convocato dalla Reggenza senza che questa abbia mai accolto, ormai da mesi, la richiesta dei giudici di riunire il Consiglio giudiziario ordinario. All’odg del plenario le decisioni della Commissione Affari di Giustizia che, però, non sono state ancora prese.
Ha ricostruito la situazione definendola “gravissima”, il capogruppo di Repubblica Futura, Nicola Renzi: “Non è possibile che si defenestri il Dirigente tribunale eletto in base alla legge. Poi il nuovovecchio Magistrato Dirigente, Valeria Pierfelici, nell’arco di una decina di minuti, nella notte del 24 luglio, ha sfoderato circa 20 pagine di nuove prescrizioni sulla distribuzione del lavoro in tribunale. Molte delle quali riguardano l’assegnazione del lavoro a singoli magistrati, con fascicoli presi da alcuni magistrati e dati ad altri. In tutto questo la stampa italiana e internazionale ha sottolineato come al magistrato che più di tutti ha lavorato alla inchieste importanti per il paese, siano state assegnate le contravvenzioni stradali. Se il
24 luglio, in una seduta dalla dubbia legittimità della quale non ci vengono forniti i dati, è stato cacciato Guzzetta, è partito di seguito un altro percorso, per cacciare il giudice che ha più di tutti indagato sul Mazzini e su altri importanti procedimenti, Alberto Buriani. Prima era stato oggetto di attacchi pesantissimi il giudice Francesco Caprioli, oggi l’attenzione è sull’inquirente Buriani. Così il Giudice che aveva indagato su certi politici, oggi viene messo sotto processo dalla politica, creando un corto circuito inaccettabile in un paese che voglia dirsi democratico”, dice Renzi che parla dello scopo di mettere in piedi l’azione di sindacato. “Questo attraverso un esposto fatto da Bcsm, e non si sa neppure se l’assemblea lo abbia deliberato. Anche perché, altra cosa che a noi appare strana, è che l’Eccellentissima camera abbia partecipato all’Assemblea del 29 luglio con i Segretari Marco Gatti e Roberto Ciavatta: quindi avrebbe deliberato l’esposto verso Buriani fatto da una persona che era stata indagata dallo stesso Magistrato, la presidente Catia Tomasetti, esposto poi votato da un’altra persona, il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta, rinviato a giudizio sempre da Buriani. Non vedo come non si possano ravvisare in questo patenti conflitti di interesse o comunque questioni di inopportunità”.
Quindi la Commissione affari di giustizia convocata per oggi “Ci pare si voglia tirare dritto senza approfondire, non si spiegherebbe altrimenti la convocazione della Commissione Affari di Giustizia, senza che nessuno sappia se sia arriverà o meno a determinazioni e, subito il giorno successivo, la convocazione del Plenario con all’odg le determinazioni della Commissione. Evidentemente qualcuno sa già come andrà a finire perché certa politica ha deciso che, in spregio alla separazione dei poteri, in tribunale bisogna avverare la predizione di “fare terra da ceci” e colpire clamorosamente i giudici che hanno fatto delle indagini. Quando il tribunale sarà stato distrutto e allontanate le persone che evidentemente non piacciono – aggiunge Renzi – allora sarà finita una giustizia autonoma in questo paese. E questa preoccupazione dovrebbe riguardare tutti i cittadini. Forse non è un caso con così tanta fretta e d’estate, con la disattenzione della popolazione, si stia procedendo. L’immagine del nostro paese è stata distrutta a livello italiano e internazionale da queste scelte. Ci meravigliamo di come il Segretario alla Giustizia non si renda conto di questo”, conclude Renzi.
“È uno dei più brutti momenti della nostra Repubblica – dice Miriam Farinelli -. Il Paese è tornato indietro di anni per quel che riguarda la giustizia e lo stato di diritto. A niente sono valse le innumerevoli lettere e richieste inviate dai magistrati e da illustri giuristi. A niente è valsa la richiesta al Coe, e a niente le richieste di Rf.
Sicuramente il Paese pagherà per questo un prezzo salatissimo. A dimostrazione del caos e della Confusione dei ruoli la richiesta di sindacato alla Commissione affari di giustizia fatta dalla presidente di Bcsm: perché non ha fatto esposti in tribunale e si è rivolta alla politica? Cosa può pensare il cittadino comune? Al cittadino non deve arrivare altro che si tratti di un battibecco tra dirigenti e invece si celano interessi così elevati che nessuno può immaginare.
Il dirigente lampo Pierfelici ha cancellato tutto il lavoro del Tribunale. Prossime ciliegine sulla torta saranno l’arresto di procedimenti come il Mazzini e quello sul Centro uffici. Una entrata a gamba tesa della politica: devono andarsene i magistrati scomodi. Così il cittadino che avrà a che fare con la giustizia sarà in balia del politico di turno. Voglio fare un appello ai cittadini: informatevi, difendete le vostre idee, non lasciatevi abbindolare dal politico, dagli avvocati che non pensano ad altro che ai propri interessi e agli interessi dei oro assistiti”, ha concluso Miriam Farinelli. È del tutto evidente, dunque, che cacciato Buriani, cosa che ha intenzione di fare la maggioranza, si arriverà alla delegittimazione della giustizia, delle indagini svolte e all’attuazione dello scopo di far saltare i processi scomodi, dal “conto Mazzini” e al processo a Gatti, con pesanti ripercussioni su fascicoli anche per reati gravi ancora aperti e passati di mano.