San Marino. L’opinione: “I punti di forza dello sviluppo dell’aviazione privata”

San Marino. L’opinione: “I punti di forza dello sviluppo dell’aviazione privata”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata dall’Aeroclub San Marino.

Sono venuto a conoscenza del dibattito aperto all’interno della Repubblica di San Marino circa lo sviluppo dell’aviosuperficie esistente. Premetto che per me San Marino è quasi una seconda patria, dal momento che frequento questo straordinario Paese fin da ragazzino e ho sempre amato questo luogo così ricco di storia, tradizioni, bellezze naturali e artistiche, ammirando quell’orgoglio di appartenenza di cui è pervasa l’intera comunità, che ha saputo mantenere integra la propria indipendenza attraverso i millenni e che ora vuole presentarsi al cospetto internazionale con un volto rinnovato, pur mantenendo una solida continuità con le proprie radici più profonde.
In virtù di questo legame profondo, e della mia storia professionale, mi sento legittimato a provare a portare il mio personale contributo al riguardo.

Fra i vari incarichi che ho ricoperto, sono stato Vice Direttore Generale di Alitalia e membro del CdA di Ferrovie dello Stato, dove, tra gli altri, ho seguito il progetto dell’Alta Velocità. Mi sento dunque sufficientemente addentro alle questioni che attengono i trasporti e il movimento delle persone in generale. Inoltre, grazie alle esperienze maturate ai vertici di alcuni dei principali gruppi industriali italiani, mi sento di affrontare anche l’altro aspetto legato allo sviluppo in campo aeronautico della Repubblica di San Marino: quello dei benefici economici ottenibili.

Fermamente contrario, durante il mio ruolo ai vertici di Alitalia, alla proliferazione di strutture aeroportuali in Italia, convinto dell’opportunità di concentrare il traffico su un numero limitato di grandi aeroporti, collegati con altre modalità di trasporto, quali ad esempio l’alta velocità ferroviaria, non ho alcuna remora nell’affermare che nel caso di San Marino stiamo parlando d’altro.
Innanzitutto non si tratta di una città italiana fra le tante ma di uno Stato. In secondo luogo – e cosa ancor più importante – non si tratta appunto di un “aeroporto”, intendendosi con ciò una grande infrastruttura destinata al traffico commerciale di linea, bensì di ammodernare un’aviosuperficie per renderla una piccola ma qualificata struttura di “aviazione generale”.
San Marino non ha, né mai potrà avere un “aeroporto”. Non lo consente la conformazione del suo territorio, né in ogni caso avrebbe senso costruirne uno. Nelle vicinanze ci sono già le strutture aeroportuali di Rimini e di Forlì e, raggiungibile in non più di un’ora di autostrada, c’è a disposizione l’aeroporto di Bologna. Ha e potrà invece avere un’adeguata aviosuperficie, in grado di consentire e attrarre altre forme di traffico aereo, sia esso di natura sportivo-ricreazionale, turistica, di interesse economico-imprenditoriale e, infine, di rilievo pubblico, a disposizione di personaggi e delegazioni politiche o governative con cui San Marino ha relazione.

L’aviazione privata – quella che appunto necessita di strutture di aviazione generale – è da decenni realtà consolidata nei principali Paesi europei, con volumi di traffico rilevanti ecrescenti. A questi si stanno aggiungendo, con crescite ancora più sostenute, i Paesi dell’Europa dell’Est, che in tempi più recenti sono entrati nell’Unione Europea.
Si tratta di migliaia di persone che volano sia per passione e turismo, sia per affari. Attrarre anche solo una piccola quota di questi traffici aerei sarebbe una grande opportunità per San Marino. Si pensi, ad esempio, all’opportunità di offrire a tale vasta platea dei “pacchetti”, per fine settimana o altri tipici periodi di vacanza, per visitare San Marino, con brochure che spieghino la storia millenaria e le bellezze della Repubblica (cosa che anche in Italia pochi conoscono davvero), organizzando la sistemazione alberghiera, l’accoglienza gastronomica, la visita turistica (nel senso più ampio e pieno della parola) e, per chi si occupa di affari, una presentazione delle opportunità di investimento.
Il tutto con la possibilità di atterrare e ripartire direttamente dal cuore della stessa Repubblica. Mi è capitato di atterrare sull’attuale pista in erba e il panorama spettacolare che si coglie, in fase di avvicinamento, varrebbe da solo l’investimento. Non saprei immaginare miglior “biglietto da visita” per la Repubblica.

Come per ogni progetto, oltre agli aspetti positivi non mancano mai anche quelli critici: primo fra tutti gli effetti sul paesaggio: si tratta di un tema che si presta a valutazioni prettamente soggettive e, quindi, mi limiterò a osservare che nei pressi di un’aviostruttura non è possibile edificare costruzioni di particolare impatto.
Si potrebbe inoltre obiettare che a pochi chilometri esiste l’Aeroporto internazionale di Rimini e San Marino “Federico Fellini”. Vero. Si tratta però di una struttura in massima parte complementare e non in sovrapposizione rispetto a quella immaginata per San Marino. E poi, come già osservato, San Marino non è un comune della provincia di Rimini, bensì uno Stato e questa non è certo una distinzione irrilevante.
Un’ulteriore obiezione potrebbe, infine, riguardare l’impegno economico e il necessario supporto di finanza pubblica. Al riguardo sono fermamente convinto che i ritorni che potrebbe generare giustificherebbero appieno l’investimento.
Con altrettanta convinzione affermo che San Marino dispone ancora di molte potenzialità non sfruttate, e questo dovrebbe a mio avviso essere per lo meno oggetto di una seria riflessione.

Certamente, il solo sviluppo dell’aviosuperficie non costituisce la chiave di volta esclusiva per il futuro di San Marino. Affermarlo sarebbe sciocco e palesemente esagerato. Ma, ancora una volta, l’esperienza insegna che per conseguire un obiettivo è indispensabile attivare una pluralità di leve, coordinandole e integrandole fra loro. Quella in esame è sicuramente una di queste.

Ovviamente la decisione spetta ai cittadini della Repubblica: personalmente spero di aver almeno fornito alcuni ulteriori elementi utili per assumerla.

Luca Egidi

Chi è Luca Egidi:
Milanese, 64 anni, laureato in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi, ha iniziato la sua attività professionale nel 1984 come ricercatore in Nomisma.
A fine ‘85 è entrato in Montedison, dove ha ricoperto numerosi incarichi in società del Gruppo, lavorando sia in Italia che all’estero (Spagna e Stati Uniti)
Per i successivi trent’anni circa ha ricoperto posizioni apicali in grandi gruppi industriali italiani, tra le quali: Direttore Pianificazione e Controllo di Gruppo e Consigliere di Amministrazione di Ferrovie dello Stato e di varie controllate; Vice Direttore Generale di Alitalia; Direttore Centrale Corporate di Impregilo; responsabile delle Direzioni Finanza, Amministrazione e Controllo e Business Development di Alenia Aeronautica (Gruppo Leonardo).
Attualmente svolge attività di consulenza strategica e finanziaria e di docenza universitaria.

 

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