San Marino. Luciano Cardelli si chiama fuori: non c’entro con le banche ai cinesi

San Marino. Luciano Cardelli si chiama fuori: non c’entro con le banche ai cinesi

Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino:  Banche e nuova licenza per i cinesi, Cardelli:
“Consiglieri hanno sbagliato, non c’entro niente”

L’interpellanza presentata ieri dai consiglieri
Lazzari, Pedini, Ciavatta e Tonnini,
chiede conto della concessione di una
banca nuova nuova a soggetti cinesi e tira
in ballo come procuratore dell’operazione
“Luciano Cardelli, proprio in questi
giorni rinviato a giudizio per una vicenda
di riciclaggio di denaro con la Cina” e,
come legale, il capogruppo consiliare
della Democrazia Cristiana, Luigi Mazza.
Chiedono quindi “se siano stati presi in
considerazione gli aspetti relativi al con-
flitto d’interessi e al coinvolgimento di un
soggetto Pep”, cioè persone politicamente
esposte. Intanto Luciano Cardelli afferma
di non aver nulla a che fare con questa
operazione. “L’interpellanza mi cita, ma
io non capisco perché. Hanno sbagliato.
Luciano Cardelli non c’entra niente con
Luigi Mazza, non c’entra niente con quanto
richiesto. Le posso confermare e dichiarare
che non ho alcun incarico relativo ad
una istanza di questo tipo, né mi sono mai
occupato ad alcun titolo di questa operazione.
Operazione che a me sembra anche
molto importante e, anzi, positiva per San
Marino”, dice il commercialista. “Devo
anche dire che i consiglieri che hanno
fatto l’interpellanza hanno sbagliato. Anzi,
penso abbiano ecceduto eventualmente
nel dire così male di una iniziativa che
dovrebbe essere valutata attentamente. Se
non facciamo niente, a mio avviso, il Paese
non si risolleva. Così son buoni tutti”, dice
Cardelli.
Al di là delle risposte che verranno fornite
a questa interpellanza e alla necessità di
chiarezza anche sull’operato di Bcsm, è innegabile
che, dalla Cina, ci sia un interesse
particolare per San Marino. Era stato già
manifestato a inizio 2013, con il Maxdo
Group
, che, all’epoca, chiedeva, guarda
caso, una banca ex-novo, passaporto per
i suoi dipendenti e un’area di 5000 metri
quadri per la sede. Per i controlli si era attivata
Banca centrale. La compagnia, in più,
avrebbe utilizzato dirigenza propria e voleva
passaporti per i cinesi suoi dipendenti in
modo da muoversi con più facilità nell’area
Schengen, facendo di fatto di San Marino
un ponte per la Cina in Europa. Adesso la
nuova ipotesi di banca cinese, sulla quale
dall’opposizione chiedono chiarezza.

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