San Marino. Mancata presa d’atto dei giudici, i Garanti ammettono il ricorso, Antonio Fabbri

San Marino. Mancata presa d’atto dei giudici, i Garanti ammettono il ricorso, Antonio Fabbri

Mancata presa d’atto dei giudici, i Garanti ammettono il ricorso

Antonio Fabbri

– Il Collegio Garante di costituzionalità delle norme ha dichiarato ammissibile il ricorso per conflitto di attribuzioni sollevato con ricorso dai giudici delle appellazioni David Brunelli e Francesco Caprioli, in merito alla mancata presa d’atto della nomina dei giudici. Il conflitto di attribuzioni sollevato è tra gli organi del potere giudiziario e quelli del potere politico – legislativo ed esecutivo – scaturito dal blocco della presa d’atto della nomina dei due giudici di appello civile e amministrativo, risultati vincitori del bando di reclutamento. Che la mancata presa d’atto avrebbe creato problemi gravi relativamente alla effettiva separazione dei poteri, causa l’ingerenza ostruzionistica di chi ha voluto ad ogni costo bloccare le nomine, era evidente a tutti coloro che abbiano un minimo di conoscenze, neppure di diritto, ma di educazione civica.

La questione, adesso, si sposta su un piano addirittura superiore rispetto a come, a livello di scontro politico, era stata posta. Se da un lato nelle obiezioni sollevate erano stati posti profili di violazione del decreto di scioglimento della Reggenza precedente che aveva messo all’ordine del giorno la presa d’atto della nomina dei giudici, poi depennata dall’odg dell’ultimissimo Consiglio, adesso il conflitto di attribuzioni pone un problema più ampio di ordine costituzionale e, anche, internazionale. Infatti i Garanti saranno chiamati a dirimere se sia legittimo o meno che in una cornice nella quale è sancita la separazione dei poteri tra organi dello Stato, possa sopravvivere un istituto come quello della presa d’atto laddove, soprattutto, venga utilizzato al di fuori di ogni regola di buon senso, per bloccare un procedimento amministrativo autonomo e automatico che dovrebbe garantire l’indipendenza tra poteri dello Stato, appunto, e non essere utilizzato come mezzo di ingerenza dell’uno sull’altro. Si vedrà cosa decideranno i Garanti che hanno fissato l’udienza in merito per l’8 gennaio 2020.

Per dare comunicazione del fatto che il collegio ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato dai giudici delle appellazioni, la Reggenza ha convocato ieri pomeriggio un Ufficio di presidenza informale, considerato che il Consiglio è sciolto. Una vicenda che, poi, potrebbe avere anche riflessi internazionali, se dovesse emergere che la norma, ma ancor più il comportamento di parte della politica, ha messo in dubbio effettivamente il principio della separazione dei poteri che, anche in quanto aderente ai principi internazionalmente condivisi e facente parte dei consessi sovranazionali, San Marino riconosce.

Tra l’altro anche su tale procedimento è stata sollevata una strumentale polemica dalle ex opposizioni.

Trattandosi di conflitto tra organi dello Stato, legislativo avere una tutela legale prevista dallo stato stesso. Se quindi l’Avvocatura dello Stato dovrà fornire il patrocino alla parte convenuta, quindi Reggenza, Consiglio e Congresso di Stato, va da sé che, per l’altro organo dello Stato, la magistratura, non potrà essere la stessa Avvocatura ad assumere la tutela legale. Si è imposta quindi una delibera che nominasse un legale non facente parte dell’avvocatura che sostenesse il patrocino dell’organo ricorrente. Così è stato incaricato il professor Angelo Piazza.

Anche su tale incarico, necessario, necessitato, obbligatorio, è stata sollevata dalle ex opposizioni una polemica senza fondamento stante l’obbligatorietà del conferimento dell’incarico stesso. Tuttavia, in una questione nella quale l’ignoranza e il calcolo politico sono prevalsi sul buon senso ma soprattutto sui principi cardine dello Stato di diritto, non ci sarebbe neppure troppo da meravigliarsi, se non fosse che questi si candidano per andare a governare un Paese.

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