San Marino. Modifica legge sul voto, comitato contrario annuncia lo scioglimento

San Marino. Modifica legge sul voto, comitato contrario annuncia lo scioglimento

L’Informazione di San Marino 

Modifica legge sul voto, comitato contrario: “Violava la rappresentatività” 

“Ci siamo costituiti per difendere il diritto dei cittadini”

Antonio Fabbri

E’ la prima, e probabilmente anche l’ultima, conferenza stampa del comitato contrario al referendum che aveva proposto la modifica della legge elettorale, visto con la bocciatura del quesito, lo scopo di questo comitato è esaurito. “Dall’ udienza – spiega il responsabile del Comitato Vladimiro Selva – abbiamo voluto evitare di creare un dibattito pubblico finché non fosse verificata l’ammissibilità o meno del quesito. Oggi vorremmo illustrare le ragioni che ci hanno spinto a costituirci”.

“La legge nel 2007 era stata proposta perché i cittadini non volevano più dare deleghe in bianco – dice Palma Crudi – una legge così importante ha bisogno di punti fermi e il Comitato contrario alla modifica si è  costituito proprio per questo motivo: per preservare quei punti fermi che l’attuale legge elettorale dà”. 
“Noi – spiega Vladimiro Selva – non riteniamo che questa legge sia immodificabile. Una legge migliore è sempre possibile. Ma, come fatto in sede di udienza, ribadiamo che questo quesito aveva dei profili di lesione di alcuni principi ed era un tornare indietro rispetto al passo in avanti del 2007, peggiorando la situazione precedente. Peraltro la sentenza ci dà assolutamente ragione su questo. Le modalità con cui è stato affrontato questo quesito ci hanno fortemente preoccupato. Quando si mette mano a una legge come quella elettorale, riteniamo debba esserci la più ampia condivisione.
Chi ha scritto il quesito, invece, non se ne è preoccupato, e anzi ci pare sia stato scritto in maniera approssimativa. Molti sono i punti discutibili in questa proposta, anche se solo uno è stato ritenuto più che sufficiente
per l’inammissibilità”.

Ha aggiunto Ivan Foschi: “Noi ci siamo costituiti come comitato in difesa della attuale legge elettorale, che era nata da una iniziativa popolare. Posto che una legge perfetta non esiste, è chiaro che quella vigente trova
un equilibrio tra l’istanza di rappresentatività e quella di governabilità. Siamo passati attraverso stagioni in cui c’erano dieci governi in 10 anni. Era venuto meno il principio della volontà popolare”. 

“La sentenza del Collegio Garante – proseguono i promotori – stabilisce anche che l’attuale legge non viola la rappresentatività. Anzi, l’iniziativa che veniva avanti con il quesito proposto avrebbe violato la rappresentatività. Il Collegio dice che con il doppio turno i consiglieri che vengono eletti, anche con il premio di maggioranza, sono comunque rappresentativi perché comunque eletti direttamente dalla cittadinanza. Hanno legittimazione popolare. Mentre con la proposta non si sapeva chi sarebbe stato eletto.

Il Collegio giudica questo meccanismo come una cooptazione nella quale sono i partiti con il loro accordo a scegliere chi sarà eletto in Consiglio. Con questa pronuncia, dunque, il Collegio conferma anche che tutto il Consiglio, votato con l’attuale legge elettorale, è rappresentativo”.

“Volevo aggiungere – prosegue Carlo Franciosi – che se si tornasse indietro a fare i soliti ballottini, senza dichiarare le coalizioni prima delle elezioni, ci sarebbe una diminuzione della democrazia nel Paese. Se la Dc o chi per lei vuole fare coalizioni diverse, faccia pure. Se si vogliono alleare con Rete, facciano pure, ma lo dicano prima del voto. Sono convinto che il Comitato contrario porti a casa un risultato ottimo. La legge va bene. Bisogna tenerla e difenderla. Chi non vuole dichiarare prima le proprie alleanze, forse ha il timore che il proprio elettorato possa non gradirle”, conclude Franciosi.

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