San Marino. Mostra Giovanni Chiaramonte. Interno perduto. L’immanenza del terremoto presso il Museo San Francesco

San Marino. Mostra Giovanni Chiaramonte. Interno perduto. L’immanenza del terremoto presso il Museo San Francesco

“Vista la partecipazione e il profondo interesse riscontrati durante l’esposizione della mostra fotografica a Cesena, ho sentito la necessità di adoperarmi affinché si potesse riproporre l’iniziativa nella Repubblica di San Marino, antica terra della libertà. L’iniziativa che si terrà dal 7 al 22 febbraio 2013 presso il Museo San Francesco (San Marino) offrirà, grazie agli scatti di Giovanni Chiaramonte, fotografo di fama internazionale, un viaggio emozionante e suggestivo, attraverso i luoghi maggiormente colpiti dal terremoto, dal titolo “Interno perduto. L’immanenza del terremoto.”. Ricordo inoltre che il giorno 7 febbraio alle ore 18 presso il Museo San Francesco ci sarà l’inaugurazione della mostra con la partecipazione dell’autore.

Il devastante terremoto che ha colpito l’Emilia si è manifestato in tutta la sua drammaticità con i morti che rappresentano la più dolorosa conseguenza di quanto accaduto. Il sisma ha però cancellato anche una precisa identità culturale del paesaggio, avendo travolto diffusamente la campagna e i centri cittadini, abbattendo le case coloniche sparse, i monumenti, le chiese, i capannoni industriali e artigianali, danneggiando irreparabilmente i centri antichi e le aree produttive.

É nei contenuti storici e artistici espressi dalle architetture del territorio agricolo padano che occorre fondare le linee guida della ripresa: nel cogliere cioè la peculiarità di queste terre, per preservarla. Sono state ferite tre Regioni: l’Emilia in maniera più estesa, in particolare le terre dell’antico e nobile Ducato Estense, raffigurate negli sfondi pittorici di Guercino, ma il terremoto è giunto con i sui disastri fino alla Lombardia e al Veneto di Palladio.

Il punto fermo sarà certamente la conservazione della memoria.

Una delle ripartenze per questo lungo percorso è anche questo dono: le fotografie di Giovanni Chiaramonte, che mostrano le architetture distrutte di questa terra e ne dipingono la luce drammatica, ma ne risaltano anche la bellezza. E in questa bellezza cogliamo la speranza di una nuova rinascita.

La mostra è l’esito di un viaggio in Emilia intrapreso nei giorni immediatamente successivi allo sfregio, quando nulla è ancora stato rimosso, spostato, velocemente dimenticato e quando l’immanenza della vita e del terremoto si presenta in tutta la sua verità prima di svanire e trasformare irrimediabilmente e per sempre l’anima originale della terra e dell’uomo.

Le fotografie di formato 50×50 cm e 100×50 cm si suddividono in due grandi gruppi tipologici: il primo raffigura l’architettura, ridotta improvvisamente a rovina, sia essa un cimitero, un casale o una chiesa, in relazione al suo intorno; il secondo gruppo di immagini restituisce gli interni perduti dello spazio sacro, articolando un’inedita iconografia contemporanea dell’arte cristiana.

La mostra vuole essere certamente un omaggio a tutti coloro che hanno vissuto la terribile realtà del terremoto ma anche un modo per sensibilizzare tutti i cittadini per avere una maggiore comprensione di come anche e soprattutto il patrimonio artistico ed architettonico rappresentino l’identità di un popolo.

Abbiamo il dovere di non dimenticare i cari persi in quei drammatici momenti, ma ancor di più abbiamo il dovere di sottolineare ed esaltare la speranza, la passione e i valori di chi oggi con fatica deve e vuole guardare avanti.

Durante l’esposizione sarà promossa, inoltre, una raccolta fondi da destinarsi alle scuole, alle strutture, al patrimonio artistico danneggiato, in modo particolare al Comune di Camposanto (Modena).”

 

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