San Marino. Muccioli (FUPI/CSdL): Non è una riforma, è tradimento!

San Marino. Muccioli (FUPI/CSdL): Non è una riforma, è tradimento!

Non è una riforma, è tradimento!

di Alessio Muccioli – Segretario FUPI/CSdL 

Quando un Governo è nominato da un Parlamento democraticamente eletto, con voti di tutti quindi, deve esercitare il proprio potere con la prerogativa di rappresentare tutti i cittadini; se esso esercita il proprio mandato assumendo posizioni a “favore” di qualcuno, rinuncia alla sua valenza universale per diventare il governo di qualche corporazione, tradendo per così dire quella caratteristica democratica data dal suffragio universale. 

È cosa nota che il paese ha bisogno di liquidità (qualcuno dice ancora di no nonostante delibere pubbliche e documenti di organismi internazionali). Lo Stato non ha altre fonti di reperimento che le manovre fiscali (altre considerazioni andrebbero fatte su come lo stato spenda i nostri quattrini); il punto è che in un momento come quello che stiamo attraversando, nel quale ad ogni occasione viene richiamata la necessità di “fare sistema”, non si può pretendere di fare pagare ai soliti noti (salariati e pensionati) il conto del ristorante. 

Credo che la cittadinanza cominci ad essere stanca di una situazione nella quale non si vede nemmeno l’ombra di equità, valore tanto decantato negli spot elettorali quanto disatteso, poi, nell’esercizio delle attività di governo. L’equità non deve essere uno spot elettorale, appunto, ma una condizione dalla quale ripartire per costruire un paese nuovo, coeso e trasparente. 

Per fare ciò è indispensabile che tutte le categorie comincino realmente a contribuire tramite la tassazione; non possono farlo solo le classi a reddito fisso. Se la riforma  non prevede serie forme di accertamento del reddito, non va in questa direzione; l’obbligo dei pagamenti per strumento elettronico è una delle misure che possono  andare in questo senso. 

Questi concetti sono talmente banali che non varrebbe nemmeno la pena di scriverli. Tuttavia, a quanto pare, essi non sono ben chiari a chi ha la responsabilità politica di conduzione del paese, anche se molti di essi provengono, o dicono di farlo, da una tradizione politica che vede concetti come quello dell’equità, delle pari opportunità, della giustizia sociale, come caposaldo per costruire una società, seppur imperfetta, comunque accettabile. 

In un momento nel quale è necessario uno sforzo di tutti, il paese ha bisogno di una classe politica che unisca il paese, che sappia dare una comunità di intenti e una speranza, che motivi tutti a fare sacrifici; mi sembra che provvedimenti come quello della riforma fiscale in prima lettura in questi giorni acuiscano le differenze nella società.

22 luglio 2013

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