San Marino nella white list. Voluntary con regole ordinarie. Il Sole24Ore

San Marino nella white list. Voluntary con regole ordinarie. Il Sole24Ore

Giorgio Costa di IlSole24Ore: Ex paradisi fiscali / San Marino nella white list Voluntary con regole ordinarie / Ieri in Gazzetta Ufficiale il decreto del Mef

San Marino è entrata nella white list fiscale italiana. Con la conseguenza, tra l’altro, che eventuali operazioni di voluntary disclosure saranno senza più alcun dubbio assoggettate alle condizioni ordinarie e non a quelle, peggiorative, previste proprio per i Paesi blacklist. L’ingresso nella white list ha un forte impatto sulla reciproca operatività e rende di San Marino l’immagine di un Paese completamente affidabile e trasparente.
Come anticipato dal Sole 24 Ore (si veda il giornale del 12 dicembre scorso) il ministro Pier Carlo Padoan aveva firmato il decreto di inserimento che ieri è approdato in Gazzetta Ufficiale (numero 6 del 9 dicembre). Si tratta del decreto 29 dicembre 2014 di modifica del decreto 4 settembre 1996 di approvazione dell’elenco degli Stati con i quali risulta attuabile lo scambio di informazioni, in forza delle Convenzioni internazionali per evitare la doppia imposizione sul reddito in vigore con la Repubblica italiana che inserisce la Repubblica di San Marino nella cosiddetta white list.

(…) Poche righe che per i tormentati rapporti tributari tra Italia e San Marino hanno una importanza fondamentale e mettono una vera e propria pietra tombale su anni di schermaglie dovuti essenzialmente alla scarsa trasparenza del mercato finanziario sammarinese e alla facilità con cui il denaro “sporco” italiano (anche e soprattutto a livello fiscale) poteva trovare ospitalità nel Titano.
(…)  Infine, non trova più applicazione la presunzione relativa di cui all’articolo 2 comma 2 bis del Tuir che, ai fini delle imposte sul reddito, prevede si presumano residenti, e quindi tassabili, in Italia anche quei soggetti che, salvo prova contraria, dopo essersi cancellati dalle anagrafe della popolazione residente si siano trasferiti in uno dei “paradisi fiscali” individuati, appunto, dal decreto ministeriale del 4 maggio 1999.



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